
In quell’occasione l’arcivescovo Charles-Antoine de la Roche-Aymon unse otto volte il capo reale recitando l’antica formula: “Ungo te in regem de oleo sanctificato in nomine Patri et Filii et Spiritus Sancti”
Alla prematura morte del fratello maggiore, Louis-August de France, figlio del delfino di Francia, passò al secondo posto in linea di successione, diventando nuovo erede al trono nel 1765. Era un bambino taciturno, non aveva molta autostima e non si sentiva per nulla a suo agio nel mondo lussuoso e mondano, quello dell’ostentazione di Versailles. In molti vedevano nella sua riservatezza una mancanza di intelligenza.
Non era bello, trascurava l’abbigliamento, senza minimamente preoccuparsi di come appariva in pubblico. Camminava lentamente e in maniera sgraziata, non aveva nulla dell’archetipo che si ha di un principe aristocratico. Aveva la passione della fabbricazione di chiavi e oggetti in ferro e della caccia, il suo passatempo preferito.
Il 16 maggio del 1770 si celebrò a Versailles il matrimonio con Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, la penultima dei sedici figli di Maria Teresa d’Austria. Due ragazzi profondamente diversi sia caratterialmente che fisicamente: Maria Antonietta era graziosa, elegante, frivola e sicura di sé. Il matrimonio sembrò fallire sin dal principio: un problema di malformazione genitale di Luigi rendeva impossibile per i primi sette anni consumare l’unione.
Alla morte di Luigi XV, nel 1774, il ventenne Louis-Auguste salì al trono con il nome di Luigi XVI e venne incoronato con tutti gli onori l’11 giugno 1975 nella cattedrale di Reims. In quell’occasione l’Arcivescovo Charles-Antoine de la Roche-Aymon unse otto volte il capo reale recitando l’antica formula: “Ungo te in regem de oleo sanctificato in nomine Patri et Filii et Spiritus Sancti”.