Accadde oggi: 20 novembre 2003, il clamoroso caso giudiziario di Michael Jackson

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Sedici anni fa, il 20 novembre del 2003, Michael Jackson si costituì spontaneamente alla polizia di Santa Barbara, in California. Il giorno prima, il tribunale della città aveva emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti con l’accusa di molestie sessuali a un minore di quattordici anni e dopo qualche mese ebbe inizio “il processo del secolo”. Le indagini cominciarono già nel giugno del 2003, quando lo psichiatra Stan Katz riferì alla polizia di Santa Barbara che alcuni minori che aveva in cura gli avevano raccontato di aver subito molestie sessuali nella residenza di Michael Jackson.

I due minori erano Gavin Alvizo, che secondo l’accusa aveva subito le molestie, e Star Alvizo, il fratello di Gavin, che secondo l’accusa aveva assistito a quelle molestie. Alla fine della primavera del 2003 Janet Arvizo, la madre di Gavin e Star che aveva già avuto problemi con la giustizia, si recò da un avvocato per un consulto asserendo che i suoi figli le avessero parlato delle molestie subite da Jackson. L’avvocato Feldmann portò i bambini dallo psichiatra Katz che li intervistò e, quando i due parlarono delle molestie sessuali subite, si rivolse alla polizia che nel mese di luglio interrogò i due bambini per la prima volta.

Già in passato era stato mandato in onda un documentario sulla vita di Jackson, “Living with Michael Jackson” in cui la popstar raccontava che spesso dava un aiuto finanziario alle famiglie di bambini con gravi malattie e che le ospitava, anche per lunghi periodi, nel suo ranch. Gavin Arvizo era stato operato di tumore nel 2000 e Jackson aveva pagato tutte le spese mediche. In una scena particolarmente controversa, Jackson raccontava di quando Gavin e Star dormirono nel suo letto, specificando che lui quella notte dormì per terra. Jackson stesso rivelò che era capitato altre volte di far dormire dei minorenni nella sua stanza, per esempio l’attore Macauley Culkin (il protagonista di “Mamma ho perso l’aereo”). In un’altra scena, Jackson e Gavin si tenevano per mano.

Sulla base delle accuse dei due fratelli Arvizo, il 18 novembre 2003, settanta agenti di polizia eseguirono una perquisizione nel ranch di Neverland e il tribunale mise online una pagina in cui chiedeva a tutte le vittime di abusi da parte di Michael Jackson e a tutti quelli a conoscenza di suoi comportamenti illeciti di recarsi alla polizia. In quel momento, Jackson si trovava a Las Vegas per registrare un video ma si rese conto, grazie ai suoi avvocati, di quanto fosse importante costituirsi subito e si recò all’aeroporto di Santa Barbara su un aereo noleggiato, prelevato dalla polizia al suo arrivo. Quando raggiunse la prigione della contea, la notizia del suo arresto si era oramai diffusa e vennero scattate diverse foto di Jackson con le manette dietro le schiena ma fu rilasciato immediatamente dopo aver versato una cauzione di tre milioni di dollari.

Il processo, seguito da centinaia di giornalisti da tutto il mondo, cominciò nel gennaio del 2005. In alcune occasioni, fuori dal tribunale erano presenti più di 2.000 giornalisti e furono moltissime le fughe di notizie che riempirono le prime pagine dei giornali internazionali. La maggior parte della stampa, specie quella scandalistica, fu favorevole alla famiglia Arvizo e alla loro denuncia se ne aggiunsero presto molte altre, in particolare di ex-dipendenti di Jackson che testimoniarono di averlo visto mentre molestava altri minorenni nel corso degli anni ’90 oltre di aver mostrato ai due fratelli Arvizo materiale pornografico e di avergli fatto bere alcolici. Ben presto, però, le testimonianze dei fratelli Arvizo si rivelarono in contrasto le une con le altre, contraddicendosi e si scoprì che alcune prove dell’accusa erano state manipolate; inoltre, gli altri accusatori si rivelarono dei testimoni deboli e poco credibili dato che anche le loro dichiarazioni erano in contraddizione le une con le altre.

Le presunte vittime delle molestie di Jackson smentirono le accuse e si scoprì che gran parte di questi nuovi accusatori erano ex-dipendenti di Jackson licenziati e poi condannati per aver rubato documenti e altro materiale e averlo venduto ai tabloid.

Divenne quindi evidente che l’accusa non disponeva di basi solide per portare avanti il caso, i vari testimoni si rivelarono inaffidabili e le loro testimonianze vennero smontate dalla difesa. Il 13 giugno 2005 la giuria all’unanimità assolse Jackson da tutte le accuse. Molto si è speculato, in seguito, su questa triste vicenda. Innanzitutto, sembra che in un primo momento i giornalisti non avessero dato all’assoluzione di Jackson la stessa rilevanza che avevano dato invece alla sua presunta colpevolezza. In seguito, furono altre le accuse mosse nei confronti della popstar, anche da parte di chi in un primo momento aveva testimoniato a suo favore, mosso da tentativi speculativi ed estorsivi nei confronti degli eredi Jackson oltre che dall’intenzione di creare dei documentari fake.









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