
Un tragico bilancio di cinque vittime: il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca, tre poliziotti della scorta. I feriti in totale furono 23
Il 23 maggio 1992 fu uno dei giorni più neri e mai dimenticati della storia italiana. Alle 17:58, sulla autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo, il giudice Giovanni Falcone fu vittima di un attentato firmato da Cosa Nostra con un’esplosione al passaggio delle cinque macchine della scorta allo svincolo di Capaci. L’esplosivo venne collocato ai bordi della strada e più di cinquanta metri di carreggiata furono divelti. Furono gli abitanti del luogo a prestare i primi soccorsi riuscendo a estrarre vivo Giuseppe Costanza dalla Fiat Croma bianca, che si trovava sul sedile posteriore.
Un tragico bilancio di cinque vittime: già, perché oltre al giudice Falcone, che venne subito definito clinicamente morto, perirono anche tre poliziotti della scorta e la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, anche lei magistrato spirata poche ore dopo. I feriti totali furono 23, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza. Falcone arrivò nel pronto soccorso dell’ospedale civico di Palermo alle 19 ma immediatamente ne fu rilevata la morte.
L’uccisione di Falcone venne decisa durante alcune riunioni delle “Commissioni” regionale e provinciale di Cosa Nostra, tenutesi tra settembre e dicembre del 1991, e presiedute dal boss Totò Riina, nelle quali vennero individuati anche altri obiettivi da colpire. Giovanni Brusca fu l’uomo scelto come coordinatore dei dettagli delle operazioni. Il 23 maggio, al passaggio del corteo, Brusca ebbe un minimo di esitazione, ma poi attivò il radiocomando che causò l’esplosione.
La prima blindata del corteo, la Croma marrone, venne investita in pieno dall’esplosione e sbalzata dal manto stradale in un giardino di olivi a decine di metri di distanza, mentre la seconda auto, la Croma bianca guidata da Falcone, si schiantò contro il muro di asfalto e detriti causato dallo scoppio, innalzando bruscamente l’auto e uccidendo i coniugi falcone che si schiantarono contro il parabrezza perché non indossavano le cinture di sicurezza.