
La notizia dell’arresto di Mussolini, esautorato da Gran Consiglio del Fascismo, esplose in tutto il Paese con manifestazioni di gioia e cortei che plaudirono all’avvenimento
Quella del 25 luglio 1943 è una data storica che segna la caduta del Fascismo, il regime dittatoriale di Benito Mussolini.
All’inizio del 1943 in Italia c’era una situazione negativa, con il popolo che desiderava ardentemente la fine della Seconda Guerra Mondiale. Mussolini si ammalò e non era più in grado di guidare i cittadini. Casa Savoia non aveva credibilità all’estero e la situazione politica era disastrosa, con il conseguente bisogno di cambiamento e rinnovamento in Italia. Verso la metà di maggio, il re Vittorio Emanuele III iniziò a prendere in considerazione una serie di ipotesi per uscire dalla guerra. I pronostici per il futuro del Paese, infatti, erano poco incoraggianti, anzi non lo erano affatto. Tuttavia, la Corona non se la sentì di destituire Mussolini e di cambiare regime, lasciando tale responsabilità a un eventuale voto del Parlamento o del Gran Consiglio del Fascismo. Il 19 giugno 1943 si tenne dunque l’ultima riunione di Gabinetto del governo fascista e il 24 giugno Mussolini tenne il suo ultimo discorso come Primo Ministro, passato alla storia come “il discorso del bagnasciuga”.
Tra la notte del 24 e il 25 luglio Benito Mussolini venne esautorato dal Gran Consiglio del Fascismo e subito dopo deposto dal Vittorio Emanuele III. Il re lo fece arrestare all’uscita di Villa Savoia, con la motivazione di aver portato il popolo italiano nella Seconda Guerra Mondiale, di essersi alleato con la Germania nazista e di essere responsabile della disfatta nell’invasione della Russia. Si trattava di giorni difficili, inquieti, pieni di agguati, tradimenti e vendette.
La notizia esplose in tutto il Paese con manifestazioni di gioia e cortei che plaudirono all’avvenimento.
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