
La sua personalità era intrisa dei princìpi che avevano ispirato la democrazia parlamentare e repubblicana
Il 25 settembre 1896 nacque Sandro Pertini, politico, giornalista e partigiano, settimo presidente della Repubblica italiana, in carica dal 1978 al 1985. Uomo semplice, il presidente di tutti che, con la sua pipa, ha rapito il cuore di tanti, tantissimi italiani. Combattente durante la Prima guerra mondiale, venne insignito della medaglia d’argento al valor militare nel 1917 e durante il ventennio fascista si distinse per la sua assoluta opposizione al regime.
Nel 1945 partecipò attivamente agli eventi che portarono l’Italia alla liberazione dal nazifascismo e, nell’Italia che finalmente diventò repubblicana, venne eletto deputato all’Assemblea Costituente, poi senatore, poi nuovamente deputato, e ancora Presidente della Camera.
La sua personalità era intrisa dei princìpi che avevano ispirato la democrazia parlamentare e repubblicana, nata dall’esperienza della Resistenza partigiana; sosteneva il suo rispetto della fede politica altrui tanto quanto il suo fermo rifiuto del pensiero fascista e di tutte le ideologie che rinnegavano la libertà di espressione: “Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica […] il fascismo è l’antitesi di tutte le fedi politiche […], perché opprime le fedi altrui”.
Nella notte del 24 febbraio 1990, all’età di 93 anni, si spense per una complicazione in seguito a una caduta di pochi giorni prima, nel suo appartamento mansardato affacciato sulla Fontana di Trevi. Alla notizia della sua morte pianse quell’Italia che lui stesso aveva saputo legare all’idea di Nazione.
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