Accadde oggi: 27 agosto, il suicidio di Cesare Pavese

postato in: Accadde oggi | 0
Condividi articolo

In quel momento, il mondo della letteratura perse uno degli esponenti di maggiore rilievo del Neorealismo

Era il 27 agosto 1950, il giorno in cui lo scrittore piemontese Cesare Pavese, a 42 anni, venne trovato morto in una stanza d’albergo torinese. Era depresso da tempo, in preda a un profondo disagio esistenziale, tormentato dalla recente delusione amorosa con Constance Dowling. Fu subito chiaro che si trattasse di suicidio, avendo ingerito oltre dieci bustine di sonnifero.
Sul suo comodino lasciò un libro che stava leggendo, e su una delle pagine il messaggio scritto di suo pugno: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. All’interno del libro era inserito un foglietto con tre frasi vergate da lui: una citazione dal libro, L’uomo mortale, “Leucò, non ha che questo d’immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia”, una dal proprio diario, “Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti”, e “Ho cercato me stesso”.

Dieci giorni prima di togliersi la vita scrisse su un diario “Questo il consuntivo dell’anno non finito, che non finirò” e il 18 agosto chiuse il suo diario scrivendo: “La cosa più segretamente temuta accade sempre… Sembrava facile, a pensarci. Eppure donnette l’hanno fatto. Ci vuole umiltà non orgoglio. Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più”. 
In quel momento, il mondo della letteratura perse uno degli esponenti di maggiore rilievo del Neorealismo, uno dei più grandi intellettuali italiani della prima metà del secolo scorso, vincitore del Premio Strega proprio nel 1950