
Il quattordicenne Flavio Romolo Augusto, noto anche col diminutivo di Augustolo, cioè Piccolo Augusto, è considerato tradizionalmente l’ultimo imperatore romano d’Occidente
Il 4 settembre 476 d.C. fu il giorno in cui si sancì la fine Impero Romano d’Occidente e il quattordicenne Flavio Romolo Augusto, noto anche col diminutivo di Augustolo, cioè Piccolo Augusto, è considerato tradizionalmente l’ultimo imperatore romano d’Occidente in quanto, dopo la sua deposizione a opera di Odoacre, non vi fu nessuna nuova nomina imperiale. In effetti il nomignolo era doppiamente significativo, in quanto si riferiva sia alla giovane età dell’imperatore sia alla sua insignificanza politica, essendo il vero potere nelle mani del padre Oreste. Gli autori di lingua greca giunsero persino a storpiare il nome Romulus in Μωμῦλλος, Momullos, “piccola disgrazia”.
Poco più che un bambino, Romolo era un vero e proprio fantoccio nelle mani del padre Oreste, magister militum dell’esercito romano dopo la deposizione del precedente imperatore, Giulio Nepote e regnò per soli dieci mesi. Romolo era di fatto un adolescente incapace di assumere le responsabilità che il potere comportava, ed era proprio Oreste a detenere il potere in nome del figlio. A suo nome, vennero coniate quantità di solidi d’oro a Roma, Milano e Ravenna, alcune persino ad Arles, in quanto la Gallia era una delle poche province ancora in mano romana.
Il problema più urgente era gestire le truppe barbariche che erano poste a difesa dell’impero, ufficialmente fedeli all’imperatore, ma effettivamente tenute a bada dai pagamenti versati continuamente attingendo alle casse dello stato. Alla morte di Oreste per volere di Odoacre, Romolo Augusto fu deposto dallo stesso.
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