
Colate di fango raggiunsero i paesi molto velocemente e distrussero case, impedendo agli abitanti situati nelle zone più a rischio di mettersi in salvo per tempo
Il 5 maggio 1998, dopo una lunga e copiosa pioggia, vaste colate di detriti e fango scesero dai versanti dell’Appennino campano sommergendo i paesi di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano, tutti in provincia di Salerno. Le colate raggiunsero i paesi molto velocemente e distrussero case, impedendo agli abitanti situati nelle zone più a rischio di mettersi in salvo per tempo. Le vittime di questo grande disastro idrogeologico furono 160.
Subito dopo il tragico evento iniziarono le operazioni di soccorso, rese molto complicate dalla presenza di metri e metri di fango e acqua che arrivavano fino ai piani alti delle abitazioni. Numerosi furono i distaccamenti di forze dell’ordine, pompieri e volontari che provennero da tutta Italia per portare soccorso alle popolazioni colpite.
Il bilancio delle vittime salì ogni giorno e l’arrivo del bel tempo fece, purtroppo, irrigidire il fango rendendo sempre più difficili i lavori di recupero dei cadaveri. Si ricorda, fra gli altri, Roberto Robustelli, uno studente poco più che ventenne, estratto vivo dopo più di tre giorni dal sottoscala in cui era stato trascinato.