Bonus autonomi e partite Iva, le nuove regole per il mese di maggio

postato in: Attualità | 0
Condividi articolo

Cambiamenti, nuove circolari, nuove note e nuovi provvedimenti, riguardo ai bonus che sono stati elargiti, prima dal Decreto Cura Italia e ora con l’attuale Decreto Rilancio. Le novità attuali riguardano i bonus per il mese di maggio, ma anche quello degli scorsi marzo e aprile. Per i lavoratori autonomi che hanno una partita Iva attiva al 23 febbraio e che sono iscritti alla gestione separata il bonus, il beneficio previsto è di 600 euro a marzo e di altri 600 euro ad aprile. Per commercianti, artigiani, coltivatori diretti e non pensionati i 600 euro di marzo e aprile vengono erogati se è stata effettuata l’iscrizione alle relative gestioni previdenziali Inps. Per i professionisti iscritti alla gestione separata e non pensionati, a maggio è possibile richiedere il bonus se si ha una partita Iva attiva al 19 maggio e non solo al 23 febbraio. La richiesta può essere fatta da chi ha subito, nel secondo bimestre del 2020, una riduzione almeno del 33% del reddito rispetto al secondo bimestre dello scorso anno. Ovviamente, la perdita deve essere documentata secondo il principio di cassa, ovvero come differenza tra ricavi/compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio delle attività. In tal caso, è necessario presentare un’autocertificazione all’Inps, che poi effettua una verifica con l’Agenzia delle Entrate, prima di erogare i mille euro.

Commercianti, artigiani e coltivatori diretti possono presentare domanda per accedere al contributo a fondo perduto con nuovi requisiti: la partita Iva deve essere attiva al momento della presentazione della domanda e i ricavi o i compensi dell’ultimo periodo di imposta non devono essere superiore ai 5 milioni di euro. Necessario dimostrare un calo di fatturato: ad aprile bisogna arrivare a una diminuzione di fatturato dei due terzi rispetto ad aprile 2019. Riduzione non necessaria se l’attività è stata avviata dopo il gennaio del 2019 o se si ha il domicilio fiscale in un comune colpito da calamità con conseguente dichiarazione dello stato d’emergenza.









Print Friendly, PDF & Email