
Dalla sua fondazione, l’organizzazione ha operato in 17 Paesi, maggiormente in Asia e Africa, dove, gestendo ospedali e centri di riabilitazione fisica e sociale, garantisce cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità a feriti di guerra e indigenti
Sul finire degli anni Ottanta, una moltitudine di guerre e conflitti sconvolgeva il mondo, a causa della povertà e di malattie che dilagavano. Un fenomeno emergeva, un orrore a cui non si riesce mai ad abituarsi: le mine antiuomo, invisibili e subdole. Sì, subdole perché, laddove non uccidevano, mutilavano gambe e braccia. Ecco l’orrore di fronte agli occhi di Gino Strada, medico, specializzato in chirurgia d’urgenza e traumatologica, che a un certo punto della sua vita, decise di dedicarsi alle vittime di guerra, entrando a far parte del Comitato Internazionale della Croce Rossa, per il quale dal 1989 al 1994, prestò soccorso nei teatri di guerra di vari continenti (Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina). Il suo obiettivo primo fu di far coniugare l’attività umanitaria al rifiuto assoluto della guerra, in ogni sua forma, cercando di coinvolgere più persone possibili in questa sua iniziativa.
Il 15 maggio 1994, un gruppo di amici e colleghi di Strada e di sua moglie Teresa Sarti, si diede appuntamento al ristorante milanese Il Tempio d’oro, dando vita a Emergency, organizzazione che riuniva medici, infermieri e tutti i professionisti dell’emergenza “capaci di portare aiuto alle vittime delle zone di guerra e soprattutto alle vittime della guerra in tempo di pace“. la cena fu l’occasione per raccogliere i primi 12 milioni di Lire a favore della prima missione in Ruanda, in cui fu restaurata una clinica belga, con la riattivazione dei reparti di chirurgia, ostetricia e ginecologia. L’obiettivo primario di Emergecy, però, era sempre la lotta alle mine antiuomo, e fu così che venne istituita la Campagna internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo.
Dalla sua fondazione, Emergency ha operato in in 17 Paesi, maggiormente in Asia e Africa, dove, gestendo ospedali e centri di riabilitazione fisica e sociale, garantisce cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità a feriti di guerra e indigenti.