Immagini dal Sannio: il Benevento Calcio, la strega giallo rossa che gioca a pallone

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Carmelo Imbriani, campione del Benevento Calcio, scomparso tragicamente nel 2013 a soli 37 anni

Siamo agli sgoccioli del campionato di calcio, ma le cose non sono messe proprio bene per i tifosi giallorossi del Sannio. Ancora non ci è dato sapere cosa accadrà e quali saranno le sorti della squadra di Oreste Vigorito. Certo è che la situazione della Strega del calcio italiano è seriamente compromessa. Negli ultimi anni, la società del Benevento Calcio ha giocato su investimenti intelligenti, riuscendo a salire per ben due volte in serie A, non faticosamente. Sappiamo, infatti, quanto non sia semplice il campionato di serie B. Da Pippo Inzaghi a Fabio Cannavaro, la panchina del Benevento ha pullulato di trainer e nomi importanti dello storico calcio italiano. Gli idilli, però, non sono rimasti tali a lungo e i risultati non hanno sempre incoraggiato appassionati e tifosi. Tantomeno gli stessi giocatori.

La squadra sannita giallorossa è la squadra stregata per eccellenza. Del resto, Benevento è la città delle streghe per antonomasia. Girare il capoluogo beneventano, guardare le tribune dello stadio sannita, vuol dire immergersi in un circolo vorticoso di toni del giallo e del rosso, i suoi colori sociali. Inizialmente, la prima squadra del Benevento ebbe come colore l’azzurro, ma in seguito furono adottati i due colori simbolo del calcio sannita, non per caso. Il giallo, infatti, è un richiamo del celebre liquore che porta la firma degli Alberti, che tanto vanto può dare alla cittadina sannita dinanzi al mondo intero. Gli Stregoni hanno per stemma ufficiale proprio una strega, icona d’eccellenza del club di Benevento, emblema mitologico della fondazione della città capoluogo dell’entroterra sannita.

La Strega vanta al suo attivo splendidi risultati ottenuti in questi ultimi anni, che sono stati sotto gli occhi di tutti, vivi nella memoria dell’intero popolo campano. Emozioni congelate, per ora, che si spera possano rinnovarsi quanto prima. Ma quanti errori nella storia del club? Quanti fallimenti, quante retrocessioni, e quanti problemi finanziari? E, aggiungerei: quanta sfortuna? A proposito di malasorte, se è vero che il 17 è il numero più disgraziato che esista, il Benevento Calcio può davvero smentire tale superstizione, perché proprio il 2017 è stato l’anno in cui si è liberato da quella che sembrava una vera e propria maledizione, i play off, salendo nella massima categoria del calcio italiano. Quante sono state le umiliazioni, negli ultimi anni, che il Benevento ha subito? Ben cinque eliminazioni tra C2 e Lega Pro.

La storia del club è una storia che parte da lontano. La prima vera società di calcio beneventana nacque nel 1929 con la denominazione di Società Sportiva Littorio Benevento, ma la vera rivoluzione per la città di Benevento si realizzò nel 2006, quando al timone della società giallorossa arrivarono i fratelli Ciro e Oreste Vigorito. Una famiglia napoletana d’origine, quella dei Vigorito, ma per metà irpina; gens samnita di adozione che sin da subito ha dimostrato il suo attaccamento alla città e una grande capacità imprenditoriale e manageriale. Una famiglia tenace, caparbia, testarda, capace di superare gli ostacoli, di ripartire da zero dopo ogni sconfitta che le si è presentata dinanzi per risalire la china. Una società che ha saputo fare investimenti intelligenti e mirati. Ha portato in cassa conti sempre in regola, con una grande attenzione per i giocatori della prima squadra e per quelli del settore giovanile.

Una coreografia della curva dello stadio Vigorito, foto d'archivio

Fu nella stagione 2007/08 che il Benevento, per la prima volta nella sua storia, approdò nella finale della Coppa Italia di Serie C. Nella stagione 2015-2016, guidato dal tecnico Gaetano Auteri, a seguito di diciotto partite senza sconfitte, conquistò matematicamente la promozione in Serie B, dopo ben 87 anni, e con una giornata di anticipo, battendo in casa il Lecce 3-0 davanti a più di 20mila spettatori entusiasti. Il Sannio finalmente festeggiava con grande merito e una incontenibile emozione. Per la seconda volta gli Stregoni conquistarono sul campo la promozione in seconda serie, il vero e tanto desiderato traguardo per una provincia che sognava quel traguardo da anni e che, finalmente, poteva cominciare a sognare sotto altri punti di vista. Dopo una piccola pausa, l’avvocato e imprenditore Oreste Vigorito ritornò alla guida della società giallorossa, operando principalmente nel nome del fratello Ciro, ex amministratore delegato della società, scomparso nel 2010, a cui è stato intitolato lo stadio beneventano, in passato noto come Santa Colomba, proprio come il nome del quartiere che lo ospita. Vigorito ha saputo circondarsi di persone preparate e affidabili, riuscendo anche a ottenere la cittadinanza onoraria della città sannita che amorevolmente lo ha accolto come fosse la sua casa d’origine.

Oggi il Benevento soffre, tanto quanto soffre e ha sofferto Vigorito stesso, eppure combatte e non molla. Non lascia la presa, si aggrappa e si sforza e tiene attaccati a sé tifosi e veri appassionati di quel calcio genuino e verace che il club sannita sa manifestare. Due arrivi in serie A in pochi anni non sono cosa da poco. E se gli Stregoni sono fieri e impavidi come gli antichi Sanniti, beh, comunque vada, l’onore non lo perderanno e i meriti, seppure dovendo attendere, non tarderanno a tornare. È l’augurio del Sannio intero e in chi crede che tutto possa davvero accadere. I sogni, in fondo, non sono fatti per restare tali. I sogni sono sostanza intoccabile che prima o poi si materializza.









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