Immagini dal Sannio: il pastificio Rummo di Benevento e la Lenta lavorazione®

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Pasta, pasta, pasta, il giorno che precede il Martedì Grasso non si può non parlare di pasta. Che siano lasagne, pasta al forno, ricchi timballi, poco importa: la pasta è la regina indiscussa della gastronomia italiana e anche del Sannio. A dire il vero, da qualche anno a questa parte i consumi interni del prodotto più amato dagli italiani stanno scendendo leggermente, chi è a dieta, chi soffre di glicemia alta, chi pratica sport, spesso preferisce non consumarla quotidianamente. In compenso, però, le aziende italiane riescono a confinare, a farsi valere fuori dai confini, con record di vendita e di fatturato. Questo è il merito specialmente di ditte appassionate, che lavorano costantemente, da generazioni, con i propri segreti di famiglia da custodire e da rinnovare solo tra le mura delle aziende.

Tra queste ditte, spicca il pastificio Rummo, guidato dall’omonima famiglia da sei generazioni: a Benevento, rinomato capoluogo sannita di janare, torroni e liquore Strega, dal 1846 produce pasta di qualità superiore e in una quantità non indifferente: solo nel 2017 ne sono state stimate 75 mila tonnellate, 140 mila annuee nei due stabilimenti ed esporta il 35% delle sue produzioni in quasi 50 Paesi di tutti i continenti. Life is too short to eat bad pasta. La vita è troppo breve per mangiare pasta di scarsa qualità, ci dice lo slogan della Rummo da qualche anno, e lo dice a ragione, è una sana presunzione che può certamente permettersi!

La pasta Rummo è uno dei simboli del capoluogo sannita campano e, dopo più di 160 anni, l’antico pastificio Rummo di Via dei Mulini è diventato parte integrante del centro storico, per testimoniare una storia leggendaria, che rende orgoglioso ogni beneventano e ogni sannita, storia iniziata da Antonio Rummo, che per primo capì il vantaggio economico della trasformazione del grano pugliese sulla strada di Napoli che passava per Benevento. La Lenta Lavorazione®, che garantisce una pasta dall’eccezionale tenuta alla cottura, è il vero marchio di fabbrica della Rummo, grazie all’aumento dei tempi d’impasto e alla ricerca dell’alta ed eccellente qualità in ogni fase della lavorazione, mantenendo inalterate le proprietà organolettiche della semola di qualità superiore.

È ampia e variegata la quantità di formati del pastificio beneventano: i famosi Spaghetti grossi n. 5, Spaghettoni Grossi n. 220, con il loro spessore superiore di ben 2.20 mm, che ricorda quello della pasta fatta in casa, con una tenuta alla cottura inimitabile grazie proprio alla Lenta Lavorazione®, gli esclusivi Fusillotti® e Maccheroncelli rigati®, che sono formati tipici ai quali gli artigiani trafilai del pastificio hanno aggiunto un pizzico di creatività, e le moderne linee Biologiche-Integrali e Gluten Free, dedicate a coloro che sono alla ricerca di piatti sani e che non vogliono rinunciare al piacere di una grande pasta. Una piacevolissima novità è una linea di formati realizzati con farine a base di legumi e riso integrale: Pasta ai Ceci di Toscana e Riso Integrale e Pasta alle Lenticchie Rosse e Riso Integrale, prodotta in quattro formati (Penne rigate, Maccheroncelli, Fusilli, e Pennette), gluten free e fonte di proteine vegetali e povera di grassi saturi. Questo particolare tipo di pasta, grazie anche alle fibre del riso, rappresenta un alimento sano. Fra le tante peculiarità, Rummo ne vanta una particolarissima: è, infatti, l’unica pasta al mondo ad avere certificato la sua tenuta alla cottura (per il Bureau Veritas N. 385/003). Ogni formato di pasta viene sottoposto a controlli e a prove di laboratorio e di assaggio da parte di due chef che devono verificare la rispondenza alle caratteristiche certificate.

Nel 1846, Antonio Rummo fu il primo a costrure un molino per la macinazione del grano, dove produceva pasta fresca con semola di grano duro proveniente dalla vicina Capitanata, come dicevamo prima. I tre cavalli di famiglia, che si vedono ritratti ancora sulle confezioni di pasta, Bruto, Bello e Baiardo, trasportavano il grano dalla Puglia e dalla Campania al mulino beneventano, zona prediletta anche per via delle sue acque salubri. Nel 1860 i mulini erano due, dislocati lungo i fiumi Calore e Sabato. Nel 1935 l’azienda si trasferì in via dei Mulini, sempre a Benevento, e si trasformò in società per azioni. Nel 1991 vi fu l’inaugurazione del nuovo pastificio in contrada ponte Valentino, l’attuale sede della società. Nei primi anni 2000 l’azienda acquisitò delle certificazioni di qualità internazionali per ridurre l’impatto ambientale dei propri processi lavorativi e i consumi energetici. Nel 2005 nacque Rummo Lenta Lavorazione®, il sopracitato metodo ispirato dalla tradizione e nel 2010 l’azienda fu insignita da Legambiente con il premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente per aver ridotto del 30% le emissioni di CO2 grazie all’installazione di un moderno impianto di trigenerazione. Quando nel settembre dello stesso anno l’azienda acquisì il pastificio Castiglioni, fondato a Magenta, si trovò a investire un milione di euro in nuove attrezzature nello stabilimento di Sozzago, in provincia di Novara, portando alla produzione di 30 mila tonnellate di pasta e un fatturato di 15 milioni di euro. Nel gennaio 2011, ricevette dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano il premio Leonardo Qualità Italia per l’innovazione di qualità nei prodotti. Nel 2014 si specializzò nella produzione di pasta per celiaci, sfruttando la localizzazione nel novarese delle risaie, in quanto il riso è una componente essenziale per le farine senza glutine: a Benevento, invece, è concentrata la produzione della pasta di grano.

Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre 2015 la Rummo fu duramente colpita dall’alluvione che devastò il Sannio, per l’esondazione del fiume Calore. Partì immediatamente dalla rete la solidarietà per il danneggiamento, su Facebook e Twitter si chiedeva agli utenti un gesto semplice per aiutare l’azienda a rialzarsi: e tutti ad acquistare un pacco di pasta, con la pubblicazione della foto con l’hashtagh #SaveRummo. In pochissimi giorni, centinaia e centinaia di persone risposero all’appello e quindicimila utenti Fb aderirono all’evento che raggiunse i 72 mila contatti. Sui social le foto del pastificio invaso dal fango, di pacchi di pasta frantumati, si alternavano a quelle degli italiani con pacchi di pasta Rummo in primo piano. La notte dell’esondazione trenta operai rimasero bloccati nel pastificio a causa della massa di acqua e fango che invase la zona industriale.
I lavoratori furono messi in salvo dai Vigili del Fuoco con mezzi anfibi ma furono danneggiati macchinari, materie prime e quintali di prodotto. La Rummo fu messa in ginocchio, oltre ad altre società che subirono ingenti danni, così come furono colpite le produzioni di Falanghina e Solopaca. Il pastificio Rummo rappresentava l’imprenditoria del Mezzogiorno, la determinazione e la passione per un marchio che doveva andare avanti. Con i macchinari distrutti sembrava impensabile la ripresa. Solo a fatica si riuscì a riprendere la produzione ma l’azienda si trovò schiacciata dai debiti. Il tribunale di Benevento, però, mise in salvo il pastificio con un decreto che ammise l’azienda al concordato preventivo in continuità. È stato, quindi, consentito alla proprietà di dilazionare i pagamenti con le banche nell’arco di dieci anni, e presentare un piano di ristrutturazione e di rilancio che consentirebbe al marchio alimentare di non scomparire. E allora, lunga vita sempre alla pasta Rummo, realtà conclamata dell’imprenditoria del Sannio in Italia e in tutto il mondo.









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