Immagini dal Sannio: il Titerno e la valle dell’olio extravergine d’oliva

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Il ponte del Mulino sul torrente Titerno.
Foto di Antonio Lucia Foschini

La Valle del Titerno è molto bella, rigogliosa, rinomata e ammirata, con i suoi borghi storici e antichi e la natura che accoglie pregiatissimi e secolari uliveti. È così denominata per il torrente omonimo che, nascendo dalle sorgenti Petrosa e Crocella a 1200 mt di quota e dal torrente Acquacalda ai piedi del monte Pesco Rosito, parte da Pietraroja e attraversa Cusano Mutri, Cerreto Sannita, San Lorenzello e Faicchio per poi sfociare nel fiume Volturno. Siamo in un luogo in cui stupirsi e rimanere meravigliati dalla particolarità e dalla bellezza che vi si può riscontrare.
La valle è la sintesi di storia, tradizioni e sostenibilità e comprende anche comuni non bagnati dal torrente. Un luogo che in autunno è interessato da un grande afflusso di uomini, contadini, imprenditori, famiglie, bambini che si dedicano alla raccolta delle olive per produrre una delle più importanti eccellenze del territorio, l’oro verde del Sannio, ossia il rinomato olio extravergine di oliva. Le piante di olivo titernine, infatti, sono considerate una delle ricchezze della zona, già di per sé rinomata per le diverse eccellenze agroalimentari e a chilometro zero che le danno lustro. E l’olio evo del Titerno è il filo dorato che accontenta ogni gusto.

In questi giorni, gli ulivi carichi non aspettano altro che essere liberati dai frutti portentosi per iniziare il processo che li porterà a diventare olio. L’oro verde viene utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire alimenti, conservare verdure in barattolo, ed è molto adatto per le fritture. Ha delle capacità benefiche eccezionali grazie alla presenza di sostanze antiossidanti in grado di combattere il colesterolo.
Già i Fenici e gli antichi Greci lo diffusero in tutti i territori colonizzati come alimento e ingrediente per unguenti e profumi. La cosmesi a base d’olio, infatti, era rinomata e apprezzata da persone di ogni ceto sociale: da agricoltori e contadini che spesso lo utilizzavano per curare le callosità e idratare la propria pelle dopo lunghe e intense giornate al lavoro, sotto al sole o al freddo spesso gelido, fino a regine e nobili, dai quali l’olio veniva considerato vero e proprio prodotto di lusso. I Romani, poi, ne favorirono la coltivazione, soprattutto nella provincia di Benevento. E ancora oggi, l’olio extravergine viene utilizzato a livello cosmetico e per la produzione di saponi. Un tempo se ne faceva uso anche in qualità di farmaco o combustibile per le lampade a olio.

Guardia Sanframondi circondata da secolari uliveti. Foto di Barbara Serafini

Cerreto Sannita, in particolare, è un centro collinare ove il microclima e la qualità del terreno favoriscono la coltura dell’olivo da cui si produce un grande olio DOP che ha ottenuto molti riconoscimenti nel corso degli anni; in particolar modo, va ricordato il premio nazionale Ercole Olivario di Spoleto, vinto per diverse edizioni. Tale riconoscimento risulta essere il più importante, dal 1993, nel campo dell’olio. E proprio a Cerreto, nelle domeniche di novembre, si celebra questa eccellenza con Le domeniche dell’olio, manifestazione nella principale piazza del paese che prevede degustazioni, mercatini, visite guidate e tanto altro.

Si parla di un’olivicoltura per gran parte di stampo tradizionale, grazie agli uliveti ultrasecolari e a una notevole presenza di cultivar locali. Tra queste le più diffuse sono senza dubbio l’Ortice (l’oliva piccante), l’Ortolana (l’oliva bella) e la Racioppella (l’oliva a grappoli), dal gusto dolce, che originano oli extravergini dalle caratteristiche organolettiche ben riconoscibili ed eccellenti.
L’olio d’oliva extravergine titernino viene ottenuto solamente per lavorazione meccanica delle olive e la sua lavorazione avviene nei mesi di ottobre e novembre. Una delle caratteristiche più evidenti dell’olio d’oliva fresco di molitura è la sua piccantezza, quando si manifesta. Infatti, pare che nelle note amare e piccanti dell’olio ci siano presenze di polifenoli, molto salutari per l’uomo.
La qualità del suo gusto coincide con le sue proprietà salutistiche. Più l’olio è dolce e più non ha elevata qualità.