Immagini dal Sannio: la fabbrica Alberti e il liquore Strega

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Attuale immagine pubblicitaria di Strega Alberti

“Dolcetto o scherzetto”? È il tormentone che domani sentiremo ripetere all’infinito ai nostri bambini. E in attesa di questa festicciola adottata dalla cultura americana, fatta di diavoletti e fattucchiere, non possiamo non fare un salto nella tradizione stregata del nostro territorio. E tra streghe e prodotti dolciari, il Sannio vanta una notevole eccellenza.
Il liquore Strega è uno dei principali status symbol del capoluogo sannita che nasce dalla rievocazione più storica delle streghe presenti in città.

Nel 1860 l’Italia era divisa da un lato dai fuochi liberali e dall’altro da un atteggiamento conservatore. Il meridione, in particolare, viveva uno dei periodi più bui dell’età moderna in cui la crisi economica si abbatté con veemenza su un settore del lavoro già abbastanza martoriato, ove i contadini e i latifondisti più che vivere, sopravvivevano. Un contesto storico e sociale molto difficile, in cui dover resistere per forza. E a Benevento si realizzò un piccolo ma grande miracolo economico e industriale: la nascita del rinomato Strega.
La prima bottiglia fu prodotta dalla Fabbrica Strega Alberti, sorta in quell’anno nella sua storica sede che ancora oggi fa capolino nei pressi della stazione ferroviaria di Benevento.
Secondo la leggenda, Benevento era antico ritrovo di janare, streghe e fattucchiere e sede di stregonerie. Si racconta che questi esseri immondi, insieme agli stregoni provenienti da tutto il mondo, si riunissero di notte intorno a un noce magico. Sempre l’antica leggenda narra che avessero ideato una pozione che riusciva a far unire per sempre le coppie che la bevevano. Un sortilegio, si potrebbe ben dire! Ed ecco dunque la nascita del liquore, a voler rievocare tale pozione magica. Col tempo, il suo tipico colore giallo, dal sapore inimitabile, lo rese un prodotto unico nel suo genere, diventato famoso in tutto il mondo.

Lo Strega è ottenuto dalla distillazione di circa 70 erbe e spezie provenienti da ogni angolo della Terra: cannella di Ceylon, Iride Fiorentino, ginepro dell’Appennino italiano e la menta del Sannio, che cresce spontaneamente lungo i fiumi della regione, sono solo alcuni. Il colore giallo, che tanto fa impazzire i suoi amatori, deriva dallo zafferano.
Dopo una lunga stagionatura in tini di rovere, si ottiene un distillato dalla gradazione di 40% vol. Tuttavia, la ricetta è segreta; gli operai che preparano la miscela conoscono solo i quantitativi degli ingredienti numerati, ma non ne conoscono la natura. Inoltre, ci sono alcuni ingredienti che vengono conservati sotto chiave.
Attualmente l’Azienda Strega Alberti, grazie alla produzione del noto liquore ma anche di prodotti semilavorati per pasticcerie e dolci vari, rappresenta uno dei migliori esempi di modello industriale dell’Italia meridionale. La proprietà e la gestione dell’azienda sono tuttora nelle mani della famiglia Alberti che ha saputo, nel tempo, conciliare l’abilità artigiana al progresso tecnologico.
Un sapiente gioco di immagine e pubblicità del rinomato ed eccellente prodotto ha fatto la differenza. Tante le locandine storiche che si sono susseguite negli anni, lavoro di grafici molto noti nel ‘900 come Marcello Dudovich o il futurista Fortunato Depero.

Immagini pubblicitarie in acquerello della seconda metà dell’800 firmate Paoletti: una bottiglia di Strega all’interno del Duomo di Benevento

Il liquore e gli altri prodotti Alberti sono presenti in 50 Paesi nel mondo tra cui USA, Argentina, Messico e Australia oltre naturalmente i Paesi della Comunità Europea. E così, torroni e torroncini, i cioccolatini ripieni del buon liquore, caramelle, e tante altre delizie sono rintracciabili in ogni dove.
È possibile notare la presenza anche in ambito letterario, cinematografico e musicale. Il legame che lega il liquore alla letteratura, infatti, è molto saldo, tanto che il Premio Strega, istituito nel 1947 da Guido Alberti, è tutt’ora il premio letterario più famoso e ambito della Penisola. Molti sono stati i registi che ne hanno usato l’eleganza nel grande cinema del ‘900: ne La ciociara e in Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica, in Ossessione di Luchino Visconti, in Pane e tulipani, ne Il ratto delle Sabine e in Fantozzi in Paradiso. Nel film Cinque poveri in automobile, Eduardo De Filippo, in un bar, ordina un liquore costoso e in Kitty Foyle di Sam Wood c’è la celebre scena che recita: “Dicono che se due persone lo bevono insieme, lo berranno sempre insieme”. Altre apparizioni, nel film Due imbroglioni e nella trasmissione Il boss delle torte. Ma queste sono soltanto alcune citazioni.
I riferimenti allo Strega sono ben evidenti nella canzone Con una rosa di Vinicio Capossela in cui viene presentato “come il liquore che strega le parole” e appare anche nei romanzi Il padrino di Mario Puzo e Fiesta di Ernest Hemingway.