
Foto di Marialucia Scarinzi
Oggi siamo nell’entroterra campano, a pochi chilometri da Benevento, in un piccolo paese che sa offrire turismo di qualità all’insegna dell’enogastronomia e di beni naturalistici e culturali.
Vitulano è situato ai piedi della Dormiente del Sannio, un territorio ricco di foreste e di sorgenti. È un piccolo centro in cui godere di un clima fresco e terso in estate, grazie alla sua posizione alle falde del Camposauro, e di una temperatura più rigida in inverno. L’economia è prevalentemente di stampo agricolo: vini, olio e prodotti caseari come il pecorino sono alcune delle eccellenze del territorio.
Il suo abitato fu menzionato per la prima volta nel IX secolo con il toponimo Biturano, che originariamente era costituito da più casali dipendenti dalla città Tocco.
Della badia benedettina di Santa Maria in Gruptis restano soltanto alcuni ruderi, situati nello spacco di montagna tra Vitulano e Solopaca. Secondo la divisione demaniale fatta nel 1853, e che tutt’oggi è in vigore, il luogo è però proprietà del comune di Foglianise. L’abbazia fu fondata tra il 940 e il 944 dal principe longobardo di Benevento Atenulfo II o Atenulfo III.
Il convento della SS. Annunziata, detto di Sant’Antonio, secondo la tradizione fu fondato da San Bernardino da Siena nel 1440; è meta di turisti e di fedeli legati al santo di Padova.
L’Eremo di San Menna, risalente al IX secolo, è situato su un’ala del Monte Pentime. È dedicato al santo di Vitulano, un tempo maggiormente invocato dalle donne che erano sprovviste di latte materno. La sua fama ben presto si diffuse in tutta l’Italia meridionale, trovando maggiore slancio dopo la conversione dei Longobardi del Sannio al Cristianesimo (VII secolo d.C.).
Uno dei prodotti di eccellenza del territorio vitulanese è la signora dei boschi, la castagna, genuino frutto marrone che da sempre rappresenta una importantissima fonte energetica, specie per le persone più povere e fragili. Un tempo, i contadini ne erano costantemente intenti alla raccolta, principalmente per sostentamento, considerata la fonte energetica che da esse deriva. Le castagne venivano consumate bollite o arrostite, e venivano raccolte anche per ricavarne prodotti come la farina e alimenti da essa derivati. Spesso invece si preferiva semplicemente venderle.
L’Enzeta, la Panarana e la Selvaggia sono le tre tipologie principali di castagne vitulanesi. La prima è la più tipica, con il suo colore marrone chiaro e, rispetto alle altre, una forma più snella e appuntita. Il sapore della castagna Enzeta è particolarmente intenso e proprio per questo motivo viene tanto utilizzata in cucina. La Panarana è più vicina ai tipici marroni mentre la Selvaggia è più piccola, più gustosa ma anche più difficile da lavorare.
Come nella vicina Cautano, anche a Vitulano sono presenti rinomati giacimenti di marmo rosso, le cui qualità sono state esaltate dal Vanvitelli nella decorazione parietale dello scalone reale o della Cappella Palatina della Reggia di Caserta. Si dice che il grande architetto, molto impegnato a ricercare i materiali più belli e preziosi, si fosse recato sul Camposauro rimanendo piacevolmente stupito di fronte alla bellezza e alle tonalità che rilucevano da quel marmo, al punto da far costruire una strada per trasportarlo velocemente dalle cave fino al cantiere edile della reggia.
Il marmo è stato altresì utilizzato nei principali monumenti di diverse località, come il Teatro San Carlo, la Reggia di Capodimonte, fino ad arrivare in Francia, in gran Bretagna, addirittura sulle guglie del Cremlino.
Il colore rosso sangue e brillante crea un collegamento con il marmor taenarium, un rosso caratteristico della statuaria antica. E il marmo della cava Uria ha delle venature il cui cromatismo spazia dal grigio al rosso, offrendo un favoloso ventaglio di sfumature, dal bruno scuro fino al lilla, ancora oggi molto ricercate dagli artisti, tra i quali Mariano Goglia.
Attualmente l’estrazione di questo prezioso materiale continua tramite accurati parametri, nel rispetto dell’ambiente storico, in un sito protetto dove ogni fase della lavorazione è allo stesso tempo antica e tecnologicamente avanzata.
Da anni in paese si svolge un simposio di scultura, evento che negli anni ha ospitato rinomati artisti di diverse nazionalità e che celebra le opere in marmo vitulanese con preziose installazioni marmoree nelle stradine comunali.
Da qualche anno, Vitulano ha deciso di divenire Comunità Energetica, fenomeno smart che punta alla condivisione e allo scambio di energia rinnovabile e pulita prodotta all’interno del territorio stesso, con ricadute positive che riguardano l’incremento del benessere ambientale e dei singoli cittadini.

Foto di IIS Telesi@
Per gli amanti della montagna, non si può non segnalare il monte Camposauro, caratterizzato da un bosco molto fitto e una invidiata distesa verde. Siamo in una località molto amata da villeggianti e turisti, da chi cerca fresco conforto durante la calura estiva e da chi sente la necessità di stare qualche ora a contatto con la natura.
Passeggiando tra sentieri e tracciati è facile imbattersi in varie specie animali, tra cui il cinghiale, la volpe rossa, la lepre, il fagiano, lo scoiattolo, il riccio, la talpa. E tanti uccelli notturni, come il gufo, la civetta, il barbagianni, e poi la poiana, il gheppio, il tordo sassello o il picchio muratore. Ancora, abbondano cinghiali, ricci, lepri, caprioli, mufloni nonché cavalli allo stato brado. Di qualche anno la notizia, da parte del WWF, della presenza stabile di un branco di lupi.
La vegetazione è costituita soprattutto da aceri, carpini e frassini, e nelle zone più alte faggi e lecci. Gli abeti bianchi presenti sono di impianto artificiale e rigogliosa è la vegetazione anche dei campi coltivati a frutteti, vigne e oliveti.