Meritocrazia Italia–Regione Campania: un “patto sociale” per il presente e il futuro regionale

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Comunicato Stampa – Dr.ssa Antonietta Giordano, Ufficio Stampa Regionale Meritocrazia Italia – Regione Campania
Campania, un “patto sociale” per il presente e il futuro regionale

Sommerso e lavoro una piaga da combattere con ogni forza. Si stima, secondo dati Istat, che in Campania tale fenomeno sia ben sopra la media Nazionale e che, con l’aggiunta della “economia sommersa”, tale dato sfiori il 19,4% del Pil regionale. A questi dati vanno aggiunte, poi, tutte le altre distorsioni del mercato del lavoro campano, come il sottopagato e l’uso improprio di istituti che, nati per uno scopo, mascherano assunzioni non regolari. Se da una parte, dunque, vi è la posizione datoriale che si difende con “una evasione o elusione” con la classica motivazione, non errata ma ingiustificabile, “dell’eccessiva tassazione” ed attacca adducendo “che non si trova manodopera”, dall’altra il sottopagato, il sommerso ed il precariato incidono pesantemente sulle vite dei lavoratori. Il problema reale che ne scaturisce, dallo spaccato attuale e perdurante nel tempo, è il freno ad una crescita economica regionale, con una assenza di equa distribuzione della ricchezza attraverso il lavoro e una conseguente situazione di stallo che comporta ulteriori distorsioni quali l’uso massivo, a volte inappropriato, di sistemi che servirebbero a ben altro scopo.

La questione, dunque, non è tra “reddito di cittadinanza “ e “sfruttamento”, ma tra incapacità di adottare politiche attive sul lavoro e carenze di controlli, tra deficit in cultura imprenditoriale e mancanza del concetto di lavoro, inteso come impianto valoriale fatto di diritti e doveri. Che il “reddito di cittadinanza” vada rivisto, quindi, separando la parte assistenziale da quella dell’inclusione nel mercato del lavoro, è indiscusso, come è altrettanto palese che si debba porre rimedio a subculture che incidono pesantemente sulla crescita regionale sia in termini di prodotto interno sia in termini di servizi. È un errore, però, a nostro avviso, spostare l’attenzione su due questioni, a volte strettamente connesse, che hanno piani di discussione differenti, accendendo pericolosi ed inutili focolai sociali di contrapposizione tra soggetti datoriali e lavoratori, tra percipienti il sussidio e partite iva. È altrettanto errato, in un momento in cui occorrerebbe maggiore coesione sociale ed unità di intenti, non focalizzare i reali problemi che vogliono la nostra regione avere un tasso di disoccupazione elevatissimo, un numero di Neet tra i più alti in Europa, ed una crescita economica che stenta a decollare da anni, nonostante l’area della città metropolitana di Napoli sia tra le più ricche del meridione d’ Italia.

Una corretta valutazione, infatti, non può precidere da un’analisi profonda di questi fenomeni e deve poter dettare correttivi ad un “sistema” che non regge il presente e che diviene impensabile in futuro così come strutturato. Per tali ragioni si propone di aprire un tavolo di confronto permanente per la creazione di un piano fondato su un nuovo “patto sociale”, che deve vedere coinvolte tutte le forze regionali, basato su cinque pilastri fondamentali e condivisi: programmazione, formazione, investimenti, legalità ed equità. Il tutto, in vero, in una logica di discontinuità rispetto ad un passato che ha prodotto i numeri ed il “vissuto” attuale. Proponiamo, dunque, nuovamente, che sia rivisto il piano di rilancio e resilienza campano in una logica di studio ed analisi rivolto a valutare le ricadute in termini di crescita economica, sociale ed ambientale, coinvolgendo le parti politiche e sociali in ogni processo decisionale. C’è, infatti, un presente da migliorare ed un futuro da disegnare e forse resta una ultima opportunità da cogliere in termini di sviluppo regionale che non può e non deve essere sprecata.









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