ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE

Tra racconti di emigrazione, laboratori di cucina, musica e fede, la vita quotidiana degli ospiti della struttura in località Santa Lucia
Un pomeriggio di fine estate, mentre l’aria profuma di mosto e il rumore dei trattori carichi d’uva scandisce la vendemmia, varco la soglia di Villa Lina, comunità tutelare situata in località Santa Lucia a Guardia Sanframondi. Di fronte, la cantina sociale del paese: un richiamo continuo al territorio e alle sue tradizioni.
Ad accogliermi sono il calore dei fratelli Domenico e Mario Foschini, gestori della struttura, oltre alla premurosa operatrice Angela, sempre attenta a ogni bisogno degli ospiti. Seduti in cerchio, mi aspettano Rosina, Rosa, Agnese, Caterina, Anna, Carmina, Carlo, Onorino, Antonietta, Finizia, Antonio e Angela, solo alcuni dei tanti ospiti che animano Villa Lina. Mi accolgono in maniera festosa ed emozionante, subito qualcuno mi riconosce: “Questa è la voce della trasmissione sui Riti Settennali”. E dalla devozione per la Vergine Assunta, tutti in cerchio nel patio della struttura cominciamo a ridere e parlare, e l’intervista subito diventa una piacevole chiacchierata di scoperte e passioni.
A rompere il ghiaccio è Carlo: “Sono nato proprio qui, in questa contrada, pur avendo vissuto sessant’anni in America. Ho fatto trentaquattro viaggi avanti e indietro. Ogni volta che tornavo negli USA, la testa restava qui. Dove nasci è tutta un’altra cosa”. Diversi sono gli ospiti che hanno toccato con mano l’esperienza dell’emigrazione, come Rosina che ha vissuto in Germania, o Finizia, a Manchester. “In Inghilterra mi trovavo molto bene – racconta – ma il mio posto era qui”.
Le loro parole si intrecciano con l’attualità: oggi si parla tanto di ‘turismo di ritorno’, di legami che non si spezzano, di radici che richiamano indietro. Villa Lina, in questo senso, è un ponte tra passato e presente, tra storie di emigrazione e desiderio di casa.
E andiamo a raccontare una tipica giornata in questa accogliente e calorosa struttura. “Sottolineiamo il fatto che qui si mangia bene e a me piace mangiare – precisa Rosina con un sorriso eternamente stampato sul viso, simpatico e solare. E il buon cibo, si sa, è sempre uno degli argomenti più piacevoli da affrontare.
È Caterina a raccontare con entusiasmo i laboratori di cucina che si tengono nella struttura: “Prepariamo risotti, biscotti, tiramisù, ciambelle… tutto quello che abbiamo imparato da piccoli. Spesso cuciniamo gli gnocchi e facciamo tutto noi: dallo sbucciare le patate al sugo per condirli. Le ricette che prepariamo sono quelle che abbiamo imparato da piccole: alcune di noi a 11 anni già cucinavano per la famiglia”.


Angela, la più giovane del gruppo, è la voce della spiritualità: “Ogni giorno alle 16 recitiamo il Rosario. Mi aspettano, senza di me non cominciano. In questo senso sono il loro punto di riferimento”. E a proposito di fede, raccontano delle loro visite al Santuario di Guardia, a Pietrelcina, a Telese in occasione della festività religiosa di Santo Stefano, ma anche degli incontri, ogni primo venerdì del mese, con Padre Giustino Di Santo, il parroco.
La musica è un filo costante. C’è musica durante le feste – e di feste ce ne sono tante, a cominciare dai compleanni, con canti, giochi, buffet, pasticcini e torta – e musica ogni giovedì mattina, con il progetto di musicoterapia a cura del maestro Francesco Merola: chitarra in mano, intona canzoni di ogni genere mentre gli ospiti accompagnano con tamburelli, triangoli e bacchette. La musica con lui è anche terapia, un modo per gestire il ritmo e la respirazione.
Ma è Finizia la canterina della comunità: ogni giorno canta a pranzo e a cena, ogni occasione è buona per intonare una canzone che le si è impressa nella memoria e che non ha mai dimenticato. E anche in mia presenza non ha resistito: con lo sguardo perso nelle sue memorie lontane, gli occhi lucidi e una mano sulla mia, ha intonato Scetateve guagliune di Mario Merola. Un po’ è rimasta male dopo aver saputo che questo articolo non prevede un audio: le sarebbe piaciuto che tutti potessero ascoltarla. Anche Anna, in gioventù, cantava nel coro della chiesa e ancora oggi la sua voce si unisce volentieri a quella di Finizia e degli altri.

In estate gli ospiti di villa Lina hanno partecipato a diverse escursioni sul territorio, oltre a piacevoli giornate alle terme di Telese, tra cure e divertimento, canzoni al piano bar e qualche balletto nel parco termale. Ma accantonata la bella stagione, ora è tempo di programmare quella delle giornate che si accorciano.
A dicembre, ad esempio, in occasione del Natale o del Capodanno, la tavola diventa ancora più ricca e lunga, proprio come nelle famiglie di una volta. I pranzi natalizi sono ricchi e allegri e si percepisce il valore di una comunità affiatata. E non mancheranno festeggiamenti a Carnevale, Festa del Papà, Festa della Mamma, Pasqua e Pasquetta.
Antonietta, ex maestra d’infanzia proveniente dalla Valle del Volturno, racconta: “Spesso i miei familiari vengono a prendermi, mi portano a casa e poi mi riaccompagnano qui. Sono felice di tornare a casa, ma quando sono lì non vedo l’ora di rientrare a Villa Lina. Sono stata accolta con grande affetto e se non sono qui mi mancano tutti”.
Tra giochi con la palla, ginnastica con la fisioterapista Carmela Moriano che arriva in struttura tre volte alla settimana, attività di gruppo, giochi e colori, le giornate scorrono tra movimento e compagnia. Durante il racconto, però, Agnese interrompe tutti con voce ferma e decisa: “La cosa più importante da dire è che qui dentro sono tutti molto bravi, ci trattano con il cuore e non ci fanno mancare nulla, né materialmente né affettivamente”.
“È vero – aggiunge Rosina – Qui mi sento a casa ed è qui che voglio restare per sempre”.

Carlo, instancabile, si prende cura dell’orto e del giardino, piantando pomodori e basilico, e annaffiando le piante ogni giorno: “Lo facevo anche in America, lì facevo anche il vino. Per questo amo l’odore di mosto nell’aria”.
Angela, invece, evidenzia l’importanza degli affetti: “Riceviamo tanto amore dal personale e dalle famiglie che vengono a trovarci tutti i giorni. Domenico, Mario e tutto il personale ci danno tanto affetto e trovano sempre una soluzione alle nostre richieste”.
Onorino, di San Lorenzo Maggiore, più riservato e taciturno, ha espresso gratitudine per la visita e per la mia missione di portare la loro voce all’esterno dell’accogliente struttura.
Intanto, sul finire della nostra chiacchierata , arriva Elena, con un vassoio di pasticcini per tutti: lei vive a Telese, ma quasi ogni giorno usufruisce del centro diurno polifunzionale, unendosi all’allegra compagnia degli ospiti.
È il momento dei saluti e tutti loro, affettuosamente, mi chiedono di tornare per fare ancora qualche bella chiacchierata. E io vado via, con il ricordo di un dolcissimo pomeriggio e un morbido sorriso stampato in volto.
Villa Lina non è solo una comunità tutelare della Città del Vino dei Sanframondo, ma si conferma come una realtà capace di unire assistenza e socialità, salute e memoria, fede e tradizione. È un luogo che profuma di casa, dove le radici si intrecciano ai ricordi, dove cibo, musica, fede, aneddoti e affetto diventano il cemento di una comunità vera.
Villa Lina è a Guardia Sanframondi, in contrada Santa Lucia, 125.
Telefono 0824-864030
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