
Dal 22 al 24 maggio 2025 torna il pellegrinaggio a piedi, uno degli appuntamenti spirituali e culturali più sentiti del Sannio beneventano e dell’Alto Molise
Un cammino che affonda le radici nel 1898 e che ogni anno rinnova una tradizione capace di attraversare il tempo, i confini geografici e le generazioni. Novanta chilometri in tre giorni, a piedi, tra i paesaggi incantevoli e i borghi di due regioni, la Campania e il Molise, coinvolgendo diversi comuni: Colle Sannita, con i suoi scorci panoramici e il legame forte con l’agricoltura contadina; Cercemaggiore, dove ancora si respira l’eco delle antiche transumanze; Vinchiaturo, affacciato sulla valle del Tammaro; Sepino, custode della straordinaria area archeologica di Altilia, città romana incastonata nella natura. Ogni tappa è un mosaico di storie, dialetti, tradizioni gastronomiche, silenzi e sguardi che si incontrano. Il cammino attraversa anche Santa Maria del Molise, borgo abbracciato dall’acqua, e infine Castelpetroso, dove sorge la maestosa Basilica Minore dell’Addolorata: un edificio neogotico unico nel suo genere, nato da una visione mistica, oggi centro spirituale e culturale dell’intera regione.
A percorrerlo sono uomini, donne e giovani che, ogni anno, si mettono in cammino probabilmente per fede, ma anche per ritrovare se stessi, o per vincere una sfida personale. Ciò che certamente li accomuna è la forza di una tradizione che da oltre un secolo parte da Baselice, incastonato tra le colline del Fortore beneventano, e che, negli ultimi anni, ha visto crescere la partecipazione anche da altri comuni della provincia.
Il senso di comunità è palpabile lungo ogni tappa del cammino e si rafforza all’arrivo, quando i pellegrini, accolti nella Basilica Minore dell’Addolorata, vengono ricevuti dal rettore don Fabio.
Il pellegrinaggio Baselice-Castelpetroso è molto più di un evento religioso: è una narrazione viva del territorio, un rito collettivo che parla di resilienza, devozione e memoria. In un’epoca in cui tutto sembra accelerare, questo cammino lento restituisce un tempo umano alle relazioni, al paesaggio e alla spiritualità. È così che il Sannio beneventano e quello molisano, con la loro forza discreta, sanno ancora raccontare storie capaci di toccare l’anima.