Comunicato Stampa

Il giovane allenatore sarà affiancato da Marcello Bosco per un progetto che unisce passione, radici e senso di comunità
In un calcio che cambia, che corre, che spesso dimentica da dove viene, c’è ancora chi sceglie di fermarsi, guardarsi intorno e ripartire dalle radici. L’A.S.D Sant’Angelo a Cupolo ha fatto proprio questo: ha scelto di affidare la guida tecnica della squadra a Luca De Mercurio, 30 anni, ex calciatore e uomo di campo, ma soprattutto uomo di cuore. Un allenatore giovane, emergente, locale. Uno che conosce ogni angolo del paese, ogni volto sugli spalti, ogni sogno che nasce tra le mura del campo sportivo.
La società ha voluto dare un segnale forte: puntare su chi ha ancora fame, su chi vuole crescere, su chi vive il calcio come passione e non come mestiere. “Abbiamo scelto Luca perché rappresenta ciò che siamo e ciò che vogliamo essere: una squadra che non si limita a inseguire il risultato, ma che vuole costruire qualcosa di più grande, qualcosa che resti”, afferma Alessandro Pennucci, Coordinatore Sportivo dell’Asd Sant’Angelo a Cupolo.
La storia di De Mercurio è quella di tanti ragazzi che vivono il calcio come sogno e come rifugio. A 13 anni ha indossato per la prima volta la maglia del Sant’Angelo a Cupolo, poi ha proseguito il suo percorso alla Giorgio Ferrini, dove ha attraversato tutte le categorie giovanili. Un anno alla Gioventù Benevento, poi il salto in Seconda Categoria con il Molinara e il ritorno a casa, al Sant’Angelo, dove ha giocato fino al primo grave infortunio al ginocchio. Da lì, la lunga pausa, la paura, ma anche la voglia di non mollare. Ha seguito la squadra dagli spalti, come un tifoso qualunque, ma con il cuore di chi sapeva che prima o poi sarebbe tornato. Tre anni fa ha riprovato a giocare, ma il destino ha colpito ancora. Un nuovo infortunio, un nuovo stop. E allora la scelta: provare a diventare allenatore.
Ma questo non è solo il racconto di un uomo. È il racconto di un’idea. In un calcio dilettantistico sempre più simile a quello professionistico, dove si bada a vincere, a pagare giocatori, a costruire rapporti di lavoro, il Sant’Angelo a Cupolo ha deciso di andare controcorrente. Ha scelto di difendere il senso profondo dello sport: la condivisione, l’inclusione, la passione.
Fare sport a questi livelli non significa firmare contratti, ma stringere legami. Non significa accumulare punti, ma costruire ricordi. È come raggiungere un’isola, lontana dai problemi della quotidianità, dove si può essere se stessi, dove si può sognare, dove si può vivere il calcio come lo si viveva da bambini: con il cuore in gola e il sorriso sulle labbra.
Luca De Mercurio sarà coadiuvato nella parte tecnica da Marcello Bosco, un compagno di viaggio, un alleato, un uomo che ha vissuto il calcio sulla pelle e che oggi, con la stessa fame e la stessa visione del mister, si prepara a scrivere una nuova pagina di storia. Esperienza e freschezza, cuore e mente, un binomio che promette emozioni forti e sogni condivisi.
Il Sant’Angelo a Cupolo riparte da lui. Riparte da un sogno che non si è mai spento. Riparte da un calcio che vuole essere più umano, più vero, più nostro


















