Cusano, Vitelli (Pd) risponde a Ciaburri (FdI): “Accuse strumentali contro il nostro partito”

postato in: Notizie dal Sannio | 0
Condividi articolo
Comunicato Stampa

L’esponente del Pd difende la linea del partito e attacca sul tema delle Aree Interne e dell’Autonomia Differenziata

Di seguito le parole del Referente del Circolo del Partito Democratico di Cusano Mutri. “Le dichiarazioni rilasciate dal referente di Fratelli d’Italia, Ciaburri, in merito all’adesione di amministratori locali al Partito Democratico, meritano una risposta ferma e puntuale”.

Così in una nota stampa, Antonio Vitelli, Referente del Circolo del Partito Democratico di Cusano Mutri.

“È opportuno rispondere – evidenzia Vitelli – non tanto per difendere una scelta legittima e coerente da parte di chi decide di entrare in un partito radicato e progettuale come il PD, ma soprattutto per ristabilire la verità su alcune affermazioni imprecise, se non distorte.

Parlare di una “gestione fallimentare” del Partito Democratico in Regione Campania o definire “improbabili” le sue alleanze, significa ignorare volutamente la complessità del quadro politico e amministrativo. Il PD è una forza che ha dimostrato, con proposte concrete e azioni costanti, un impegno serio su temi centrali come la sanità pubblica, le politiche giovanili, lo sviluppo sostenibile e il sostegno ai territori più fragili.

Il Partito Democratico si presenta come una forza che cerca di costruire un progetto inclusivo, capace di dialogare con diverse realtà politiche e sociali, come dimostrano le alleanze. Queste non sono “improbabili”, ma rappresentano un tentativo di creare un fronte ampio per rispondere alle esigenze dei cittadini. Le alleanze, anche se complesse, sono il motore della democrazia. La politica, per sua natura, richiede compromessi e un lavoro di squadra per trovare soluzioni condivise.

Il PD è un partito che si impegna a dare voce a tutti e a rappresentare gli interessi di ogni fascia sociale.

Tantissimi amministratori scelgono, infatti, il PD proprio perché lo vedono come il mezzo migliore per servire i loro territori, credendo in un progetto politico che punta al progresso e alla giustizia sociale. Le loro scelte non sono dettate da opportunismo, ma da una profonda convinzione politica e dal desiderio di costruire un futuro migliore.

È troppo facile lanciare accuse generiche, senza indicare soluzioni alternative. D’altronde, chi oggi accusa, è lo stesso che sostiene un governo nazionale che, con le sue scelte, penalizza pesantemente proprio quei territori che dovrebbe difendere.

Su questo punto tengo a precisare due aspetti fondamentali, riguardanti le Aree Interne e l’Autonomia Differenziata.

Nel caso delle aree interne, il Piano nazionale SNAI, sostenuto anche dal governo di cui fa parte Fratelli d’Italia, contiene passaggi che definire preoccupanti è poco. In un documento ufficiale si arriva a sostenere che, per alcune zone del Paese, non sia “realistico” invertire la tendenza allo spopolamento, e che l’obiettivo debba essere semplicemente quello di “accompagnare” il declino demografico in modo “socialmente dignitoso”. Un’impostazione inaccettabile, che suona come una condanna all’abbandono. E fa ancora più impressione che a difendere questa visione siano rappresentanti politici che vivono proprio in queste aree, le stesse che il loro governo sta condannando all’estinzione.

Per quanto riguarda invece l’autonomia differenziata, siamo di fronte a una delle minacce più gravi alla coesione nazionale degli ultimi decenni. Se attuata nel modo in cui la destra la sta impostando, questa riforma finirà per ampliare ulteriormente il divario già esistente tra Nord e Sud, violando i principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà e pari opportunità. Altro che difesa dei territori: questa è pura disgregazione sociale. E voglio ricordare a Ciaburri che tra coloro i quali hanno votato un provvedimento contro il Sud e le Aree Interne, ovvero l’Autonomia Differenziata, c’è anche il suo coordinatore Provinciale, il sen. Domenico Matera”.

“In definitiva, quindi, se è vero che “al peggio non c’è mai fine”, è altrettanto vero che per qualcuno quella fine – sul piano del consenso e della credibilità – è già arrivata da tempo. E il maldestro tentativo di delegittimare il Partito Democratico ne è solo l’ennesima conferma”, conclude Vitelli.