Fiorenza Ceniccola (FI) a Salerno per l’Assemblea Anci Campania

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Comunicato Stampa – Forza Italia Giovani Benevento

Fiorenza Ceniccola, consigliere comunale guardiese, coordinatrice Forza Italia Giovani per la provincia di Benevento ha partecipato all’Assemblea Regionale Anci Campania svoltasi ieri ed oggi nel Palazzo di Città a Salerno e che ha visto la partecipazione dei massimi rappresentanti istituzionali e politici della Campania.

A tal proposito Ceniccola, ha dichiarato: “ Due giornate di confronto politico ai massimi livelli ed è stata l’occasione per condividere con i giovani amministratori della Campania alcune proposte di facile realizzazione (e senza aumentare il debito pubblico) da far pervenire all’attenzione del Governo e del Parlamento in vista dell’approvazione della Finanziaria per il prossimo anno. In particolare, ho sottoposto all’attenzione dei giovani amministratori le seguenti proposte per far fronte al problema dello spopolamento dei piccoli borghi e non solo:

  • Abolizione delle Comunità Montane nell’ambito della Legge delega che il Governo si accinge ad approvare per riordinare la normativa sugli Enti Locali. Una proposta di riforma che non costa e, al contrario, potrebbe ben caratterizzare il Governo sul fronte del “contenimento” dei costi della politica (di cui tanto si parla).
  • Un “Piano Giovani” per fermare la “fuga dei cervelli” che costa al nostro Paese circa 4 miliardi di Euro all’anno (vedi lo studio della Fondazione Nord Est) e caratterizzato da ….“un azzeramento delle imposte per almeno tre anni alle aziende che assumono a tempo indeterminato giovani laureati e/o professionalizzati”. Lo Stato non ci guadagna un euro e neppure lo spende, ma intanto per tre anni apre le porte del futuro ai giovani che rappresentano il capitale umano su cui investire.
  • Semplificazione della procedura di riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero (in ambito UE) e che allo stato attuale si configura come una vera e propria “via crucis” che scoraggia il rientro in Italia di tanti giovani che con grandi sacrifici personali e familiari avevano pensato di allargare i propri orizzonti andando all’estero per conseguire un diploma di laurea.
  • Modifica della legge 113/92 per favorire una transizione ecologica sostenibile e non ideologica. A tal proposito, vale la pena ricordare che la succitata legge n.113 del 29 gennaio 1992 (rinnovata poi con la legge n.10 del 14 gennaio 2013), prevede l’obbligo in capo ai Comuni di porre a dimora un albero entro 12 mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente per recuperare una tradizione antichissima, diffusa in molti Paesi del mondo ed avviare una transizione ecologica graduale, sostenibile e non ideologizzata. E’ superfluo ricordare che gli alberi aiutano a combattere il riscaldamento climatico “catturando” l’anidride carbonica nell’aria, incamerando inquinanti come ozono, ossidi di nitrogeno e biossidi di zolfo senza provocare danni economici e sociali collaterali come le case green e/o le auto elettriche che l’Unione Europea vuole imporci senza tener alcuna considerazione dei costi spropositati che i cittadini dovranno sopportare. L’auspicio è che il Governo provveda quanto prima a far modificare la succitata legge introducendo sanzioni serie per gli amministratori comunali lassisti e inadempienti che si riempiono la bocca di “transizione ecologica” e dimenticano di applicare una precisa Legge dello Stato che se fosse applicata da tutti i Sindaci d’Italia ogni anno ne sarebbero piantati circa 400 mila sul nostro territorio per ridurre l’inquinamento atmosferico.
  • “Una dentiera gratuita per tutti quelli che non se lo possono permettere” che si potrebbe facilmente concretizzare innalzando al 100% la deduzione dall’IRPEF delle spese sanitarie odontoiatriche almeno per i redditi medio-bassi. Una proposta finalizzata a promuovere un’odontoiatria sociale che può dare grandi benefici per l’intera comunità perché vale la pena ricordare che:“Una buona masticazione allunga la vita”. Dalla salute dei denti, in effetti, dipende il benessere dell’intero corpo. Una postura ottimale, i dolori della schiena. Persino i disturbi del sonno. La medicina lo sa da anni, ma pochi ne sono al corrente.
  • Un “Piano Anziani” per fermare la fuga dei nostri nonni dall’Italia e garantire un “fine vita” dignitoso a chi ha tanto dato per il nostro Paese. A tal proposito, in attesa di aumentare le pensioni minime a 1000 euro al mese, nell’immediato, con la prossima legge di bilancio si potrebbe incominciare innanzitutto con l’azzeramento della trattenuta Irpef sulle pensioni basse dei nostri nonni, allineandoci almeno alla Germania dove la no tax area per i pensionati è fissata a 16mila euro. In Italia, attualmente è fissata a 8.174 euro/annuo. E’ insopportabile che i nonni italiani debbano pagare le tasse più alte d’Europa: su una rendita pensionistica annua di 20mila euro, qui in Italia si paga il 20.5%, contro l’8,7% del Regno Unito, l’8.3% della Germania e il 7,3% della Francia. Un nonno pensionato da 1500 euro al mese, da noi paga 600 euro di tasse. In Germania paga appena 60 euro. E, per tale motivo, migliaia di nonni sono costretti a “scappare” dall’Italia per andare a morire in altri Paesi dove il prelievo fiscale sulle pensioni è più basso.
  • Una legge per aumentare la cosiddetta “Web Tax” per i giganti dell’e-commerce (Amazon, Google, ecc.) dal 3% attuale al 15% dei ricavi tassabili. Del resto si tratta di una questione su cui c’è un consenso trasversale a partire da Confindustria per finire al Presidente Mattarella. Inoltre, va ricordato che fino ad oggi i giganti del web usano la rete senza pagare nulla e sul fronte del lavoro, molto spesso, si muovono con grande disinvoltura facendo quasi sempre assunzioni a tempo determinato e quando i guadagni scendono non ci pensano due volte ad avviare i licenziamenti senza nessuna preoccupazione. Infine, per quanto riguarda il problema della rigenerazione urbana per far rivivere il piccoli borghi che sono la vera ricchezza dell’Italia ho proposto di utilizzare le grandi risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per salvare i nostri piccoli borghi dall’abbandono (specie quelli delle aree interne). E la decisione assunta nei giorni scorsi della Commissione europea di approvare le modifiche al PNRR presentate da Governo spagnolo rappresentano un’opportunità da cogliere al volo per rivedere le scelte compiute negli anni scorsi e che devono essere rivalutate alla luce dei nuovi scenari che siamo chiamati ad affrontare. Per farla breve, ho ribadito che ci vuole una legge come quella fatta approvare in Francia da quel grande scrittore-giornalista André Malraux, ministro della Cultura nel 1962 (durante il governo De Gaulle), che finanziava interventi di risanamento e riqualificazione dei vecchi quartieri delle piccole comunità francesi. Quella legge ebbe effetti straordinari perché in questo modo si riuscì a cambiarne completamente il volto richiamando turisti e, soprattutto, cambiando la vita dei residenti. È vero che c’è già una legge per il sostegno dei piccoli comuni rappresentata dalla n.158/2017 ma, a mio avviso, non basta. Ha rappresentato un segnale di attenzione, però insufficiente per il sostegno che garantisce. Ci vuole una legge che esprima la volontà del Governo di intervenire radicalmente e con forza e i miliardi del PNRR possono essere la grande occasione per fermare lo svuotamento e l’abbandono dei piccoli borghi. E, a tal proposito, il minimo sindacale per trattenere i giovani nel luogo di origine è garantire il lavoro. Serve una legge che deve finanziare progetti di sistema che valorizzino l’ambiente, il paesaggio, le architetture. Soltanto in questo modo si potrà ripristinare il patto di fiducia verso il territorio.









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