Giornata Giubilare Diocesana dei Lavoratori e degli Imprenditori: un appello a un nuovo umanesimo del lavoro

postato in: Notizie dal Sannio | 0
Condividi articolo

Si è conclusa con la condivisione di esperienze reali di vita e di lavoro la Giornata Giubilare Diocesana dei Lavoratori e degli Imprenditori, promossa dalla Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, in collaborazione con il Progetto Policoro, la Scuola d’Impegno Socio-Politico e il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Tre appuntamenti distinti, partecipati da pubblici diversi, hanno alternato momenti di preghiera, formazione e confronto.

L’evento finale si è svolto a Cerreto Sannita, presso Casa Santa Rita, e ha dato spazio a storie esemplari come quella di Luisa Spagnoli, imprenditrice pioniera del ‘900, di Arianna Occhipinti, giovane imprenditrice agricola siciliana, e della cooperativa “Lazzarelle”, che offre opportunità lavorative alle detenute del carcere femminile di Pozzuoli attraverso l’attività di torrefazione del caffè.

La giornata è stata aperta da una veglia di preghiera a Sant’Agata de’ Goti, guidata da don Mimmo De Santis, che ha invocato “il dono della sapienza del cuore, affinché sia possibile dare un senso profondo alla vita personale, alle scelte e al lavoro”.

Centrale il tema dell’intelligenza artificiale, da considerare come mezzo al servizio dell’umanità e non strumento di sfruttamento, in particolare dei più fragili. Come ricordato da Papa Francesco nel messaggio per la 57ª Giornata Mondiale della Pace, “Se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni… e la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale“.

Il cuore dell’iniziativa è stata la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Mazzafaro, che nell’omelia ha ribadito: “Il lavoro è una vocazione, perché nasce da una chiamata che Dio rivolse fin dal principio all’uomo, perché ‘coltivasse e custodisse’ la casa comune”. Ha poi aggiunto: “Dobbiamo formare, educare ad un nuovo umanesimo del lavoro, dove l’uomo, e non il profitto, sia al centro; dove l’economia serva l’uomo e non si serva dell’uomo”.

L’impegno per un lavoro dignitoso, sicuro e inclusivo è stato definito una corresponsabilità che coinvolge tutti gli attori sociali. I vescovi italiani lo hanno ribadito nel loro messaggio “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”, sottolineando l’importanza di alleanze per un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale. Un’esortazione forte: “L’economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste, lasciandoci impotenti. Il mercato siamo noi… I credenti e tutti i cittadini di buona volontà sono chiamati a stimolare le aziende a gareggiare anche sulla dignità del lavoro”.