I rating certificano la qualità enologica sannita: ottimi per Falanghina e Aglianico

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Comunicato Stampa – Pasquale Carlo, Ufficio Stampa | SANNIO Consorzio Tutela Vini
Il presidente Libero Rillo: “È il segnale della grande attenzione messa in campo dai produttori sanniti. Risultato che non era scontato, considerato le tante criticità affrontate in questi ultimi diciotto mesi”.

In un periodo non semplice, segnato dalle tante difficoltà legate all’emergenza Covid-19, il mondo del vino sannita ha continuato a lavorare per innalzare ulteriormente il livello qualitativo delle etichette a denominazioni di origine. Lo confermano le due intense giornate di rating che il Sannio Consorzio Tutela Vini ha organizzato nella cornice del Grand Hotel Telese di Telese Terme.

Nella prima giornata, promossa in collaborazione con la Sezione Campania dell’Associazione Enologi Italiani, undici enologi professionisti, esperti di tali tipologie di vini e con conoscenza del territorio, sono stati chiamati ad esprimere il rating sui vini delle denominazioni più rappresentative del panorama vinicolo: Falanghina del Sannio Dop (annata 2020) e Aglianico del Taburno Docg (annata 2017).  Le valutazioni dei vini sono state fatte secondo il metodo Union Internationale Des Oenologues su campioni precedentemente anonimizzati. Tale metodo prevede che per valori pari a 100 i vini sono da considerare eccellenti; per valori pari a 86 i vini sono da considerare ottimi; per valori pari a 72 sono da considerare buoni. Valori intermedi costituiscono giudizi intermedi tra quelli descritti.

Per quanto concerne le due denominazioni più importanti della piramide produttiva sannita i risultati sono stati ampiamente soddisfacenti, con la Falanghina del Sannio Dop che ha toccato il punteggio di 89/100 e l’Aglianico del Taburno Docg salito fino a quota 90/100.

“Si tratta di risultati – dichiara Roberto Di Meo, presidente della sezione campana di Assoenologi – che fanno attestare il giudizio qualitativo globale tra l’ottimo e l’eccellente. Un dato che certifica un miglioramento qualitativo generale dei vini rispetto alle valutazioni fatte nelle edizioni precedenti. Per quanto concerne la Falanghina del Sannio Dop, tutte le valutazioni dei campioni degustati hanno riportato giudizi rimarcanti un’apprezzabile espressione cromatica dei vini, profilo olfattivo intenso e fine, ed un profilo gustativo improntato sulla freschezza e piacevole sapidità. Per quanto concerne l’Aglianico del Taburno Docg, i campioni degustati, dopo quasi 4 anni di affinamento, hanno evidenziato particolari apprezzamenti delle note fruttate e speziate nel profilo olfattivo, struttura, intensità, equilibrio ed armonia nel profilo gustativo, con particolare evidenza della concentrazione che il millesimo 2017 ha concesso all’Aglianico del Taburno”.

Un dato, dicevamo, che conferma la continua crescita qualitativa di questi vini che nella prima edizione del rating (anno 2014) partirono con una valutazione di 82/100 per quanto concerne la Falanghina del Sannio Dop (annata 2013) e di 86/100 per quella relativa all’Aglianico del Taburno Docg (annata 2011).

Le valutazioni dei vintage rating (punteggio dell’annata) forniscono una misura utile a confrontare un’annata con un’altra attraverso un giudizio imparziale eseguito dalle organizzazioni preposte al monitoraggio e alla valutazione dei vini. Forniscono un’istantanea dell’annata, un giudizio che costituisce uno dei fattori più ricercati da parte dei consumatori, sempre più attenti alla ricerca di un “voto” che attesti se un vino sia di buona qualità o meno. Al tempo stesso, da questo banco di valutazioni i produttori acquisiscono informazioni importanti sulle diverse annate e sui processi di trasformazione seguiti in cantina, confrontando come questi fattori influiscano sul variare dei livelli di preferenza espressa sui propri vini.

Ed è proprio per questo motivo che il Consorzio Sannio in questo anno particolare, coincidente con la ripresa dopo momenti di grandi difficoltà, ha inteso sottoporre al giudizio dei professionisti anche i vini della Sannio Dop, denominazione particolarmente variegata, che è stata protagonista della seconda giornata organizzata in collaborazione con l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vini (Onav). All’attenzione dei degustatori professionisti dell’associazione, che hanno operato sotto la guida di Pasquale Porcelli (consigliere nazionale, giornalista e autore di diverse guide sul vino), le tipologie: Solopaca Bianco, Coda di Volpe, Fiano e Greco (vini bianchi) e Solopaca Rosso, Piedirosso, Barbera e Aglianico (vini rossi). Ben 57 campioni di diverse annate, precedentemente anonimizzati,  sono stati valutati secondo la specifica scheda dell’Onav, che utilizza sempre il metodo Union Internationale Des Oenologues. Il giudizio ha espresso una media generale di 85/100, che si eleva leggermente se riferita a tutti i vini bianchi dell’annata 2020, ai vini Barbera e Piedirosso annata 2019 e ai vini Aglianico annata 2017, vale a dire alle annate che costituivano anche il blocco più consistente (in termini numerici) delle varie annate presentate.

“Dalle valutazioni dei tanti campioni degustati – dichiara Libero Rillo, presidente del Consorzio Sannio – emerge un giudizio particolarmente soddisfacente. Nel caso della Falanghina del Sannio Dop e dell’Aglianico del Taburno Docg registriamo punteggio ben più alti da quelli assegnati nelle valutazioni precedenti delle stesse denominazioni, che si attestarono sul giudizio di 87/100 per quanto concerne i vini Falanghina del Sannio Dop e di 89/100 per quanto concerne l’Aglianico del Taburno Docg . Questo sensibile miglioramento qualitativo è il segnale della grande attenzione messa in campo dai produttori sanniti, a partire da una sempre più attenta gestione delle vigne. Parliamo di un risultato che non era assolutamente scontato, considerato le tante criticità che abbiamo affrontato in questi ultimi diciotto mesi. Un risultato che fa ben sperare nel momento in cui si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Siamo molto soddisfatti anche per il punteggio emerso per i vini della Sannio Dop, una denominazione a cui teniamo molto considerato che numericamente è quella più importante e che è stata l’unica che ha fatto registrare numeri positivi anche durante l’anno pesantemente segnato dal Covid”. 









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