Minacce e controllo ossessivo sulla moglie: 38enne allontanato dalla casa familiare

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Comunicato Stampa

L’uomo, sottoposto a misura cautelare con braccialetto elettronico, avrebbe più volte minacciato di morte la moglie. Scoperto anche un dispositivo di tracciamento in un peluche

Nel pomeriggio del 30 maggio 2025, il personale della Stazione dei Carabinieri di Montesarchio ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione delle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con l’utilizzo del cosiddetto braccialetto elettronico. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un trentottenne del posto, gravemente indiziato del delitto di minaccia grave, reiterato più volte ai danni della moglie.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, sono partite dalla querela sporta dalla donna, la quale ha denunciato frequenti episodi di minacce gravi da parte del marito, spesso in seguito a litigi scaturiti per futili motivi o per questioni legate al rapporto coniugale.

La vittima ha riferito sia in sede di querela che durante le sommarie informazioni che le minacce erano del tipo: “Ti ammazzo, ti sparo”, “Ti taglio la testa davanti ai carabinieri e ci gioco a pallone”, “Ti faccio impiccare… mi metto sotto le telecamere”. Le frasi, a volte pronunciate durante discussioni quotidiane, altre volte trasmesse per telefono, indicano una situazione di grave tensione e pericolo.

L’indagato avrebbe inviato messaggi di testo e vocali contenenti minacce come: “Ora te lo dico ora e non te lo dico più… io ti uccido a te e tutta la famiglia tua… e poi ti faccio vedere! Va bene? Tu vuoi mettere alla prova la pazienza mia? E ora ti faccio vedere la pazienza mia fin dove arriva”. Le minacce sono state riscontrate attraverso la trascrizione dei messaggi vocali e le testimonianze dei congiunti della donna.

In seguito alla crescente paura, la vittima si è rivolta a un centro antiviolenza, portando con sé le due figlie minori. Lì ha scoperto che il marito aveva nascosto un dispositivo di tracciamento all’interno di un peluche regalato alle bambine, con l’intento di seguirne gli spostamenti.

La polizia giudiziaria ha agito con tempestività, raccogliendo un compendio probatorio ritenuto fondato dal Giudice per le indagini preliminari. Il GIP ha accolto la richiesta del pubblico ministero, ritenendo che sussistessero esigenze cautelari, vista la gravità dei fatti e il rischio concreto di reiterazione del reato nei confronti della donna.

Si precisa che la misura eseguita è stata disposta in fase di indagini preliminari. L’indagato ha facoltà di proporre impugnazione, ed è da considerarsi persona sottoposta a indagini, quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.