Immagini dal Sannio: lo scattone, aperitivo a base di vino e pasta

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Lo scattone.
Foto di Antonio Leone

In Molise lo scattone può essere considerato il progenitore di tutti gli aperitivi. Si tratta di un preparato legato alla pastorizia e all’agricoltura, bevuto dai contadini e dai pastori dopo una lunga giornata di lavoro nei campi, nei pascoli, sotto il sole o il vento, in attesa che la cena venisse portata a tavola.
La ricetta è nativa di Torella del Sannio, ma è tipica anche di altri borghi come Bagnoli del Trigno e Poggio Sannita. Secondo la tradizione, va consumato caldo, ragion per cui può essere visto come una semplice e genuina pietanza autunnale, utile per scaldarsi naturalmente nelle giornate più fredde. Per questo motivo, un tempo era considerato un toccasana, specie quando si sentiva la necessità di rigenerare il proprio organismo con alimenti energetici e al tempo stesso alla portata di qualsiasi dispensa contadina: la pasta fresca – per cui la farina – e il vino rosso, immancabili in ogni casa.

Conosciuto anche con il nome di tassa, dialetto di “tazza”, l’origine del termine scattone andrebbe ricondotta a una parola di origine germanica, skaitho, che rappresenta un mestolo o un cucchiaio, indicando un piatto povero, un’antica tradizione popolare.
Pochi e semplici sono gli ingredienti di cui si necessità per la preparazione: acqua di cottura, pasta fatta in casa, vino rosso e un pizzico di pepe se lo si desidera.
Considerato il suo carattere tonico e le proprietà energetiche da esso spigionate, nella consuetudine popolare lo scattone veniva utilizzato anche come rimedio per il raffreddore e somministrato alle neomamme per favorirne la montata lattea. E sebbene sia un preparato della tradizione, molti giovani, avendone ereditato consigli e segreti inerenti alle antiche preparazioni familiari, continuano a prepararlo, anche se spesso con qualche piccola variante. L’alimento viene consumato altresì per preparare lo stomaco al vero pranzo, come un aperitivo vero e proprio.

Una versione contemporanea.
Foto di Scuderie del Peschio

Una semplice e genuina specialità molisana, dunque, che ha varcato i confini internazionali, in quanto attenzionata da importanti riviste estere, prima di tutte, nel 1973, il Journal of American Folklore, in un articolo dal titolo Medicina e Folklore in una comunità rurale italiana a firma di Leonard W. Moss e Stephen C. Cappanari della Wayne State University di Detroit, con traduzione a cura di Renato Cavallaro. La rivista aveva condotto una ricerca sulle abitudini alimentari di un paese molisano denominato Cortina d’Aglio, pseudonimo che nascondeva l’identità di Bagnoli del Trigno.

RICETTA – Ingredienti per 4 persone: tagliatelle o sagnette o crioli o altri tipi di pasta (non troppe perché si rischierebbe di trasformare l’aperitivo in una minestra), acqua di cottura della pasta, vino rosso corposo, pepe, tutto q.b.. Peperoncino piccante se lo si desidera.
Preparazione: cuocere la pasta in acqua appena salata. Quando è cotta, prelevarla con una schiumarola, dividerla in quattro ciotole, versarvi sopra dell’acqua di cottura e qualche cucchiaio di vino e, a piacere, un pizzico di pepe o di peperoncino. Mescolare e servirlo ben caldo dopo averlo fatto riposare un paio di minuti.