Accadde oggi: 1 gennaio 2002, entra in vigore l’euro

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Il 1° gennaio 2002 fu una data storica per l’Europa: era un martedì e quel giorno di capodanno entrò in vigore la moneta unica, l’euro, simbolo di un’Europa senza frontiere e con una moneta sola da usare nelle transazioni. Erano dodici i Paesi membri dell’Unione europea a introdurre l’euro che è tra le prime quattro monete più importanti del mondo, insieme al dollaro americano, lo yen giapponese e la sterlina inglese, nonostante in questi anni abbia avuto molti alti e bassi. La storia dell’euro iniziò ben quattordici anni prima con l’Atto Unico Europeo, il documento che portò alla trasformazione della CEE in UE, quando si decise di affidare a Jacques Delors, allora Presidente della Commissione europea, e a un comitato di governatori delle Banche Centrali Nazionali un progetto per l’attuazione della Politica economico-monetaria europea. Il gruppo Delors elaborò un progetto, il rapporto Delors in cui l’Unione Monetaria Europea si sarebbe realizzata in tre fasi distinte per arrivare all’adozione di una moneta unica valevole in tutto il territorio comunitario. Fu il celebre trattato di Maastricht a sancire che il sogno dei padri fondatori sarebbe diventato realtà. Fu il Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995 a sancire il nome euro, che richiamava il nome Europa uguale, come scrittura, in tutte le lingue dell’Unione europea.

Era il 1° gennaio 1999 e l’euro debuttò sui mercati finanziari: una moneta unica che valesse per molti Stati europei. Dopo la libertà di circolazione di persone, l’elezione diretta del Parlamento, la Commissione europea e la Corte di giustizia, ecco arrivare l’adozione di una moneta unica.
I primi Paesi nel 1999 che decisero di adottare l’euro furono undici sugli allora quindici Stati membri: Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Italia (i sei Paesi fondatori), Repubblica d’Irlanda, Finlandia, Austria, Portogallo e Spagna. A questi si aggiunse, il 1° gennaio 2001, la Grecia. Restarono fuori la Gran Bretagna, la Danimarca e la Svezia. L’euro è l’erede di un’altra moneta che mai girò tra le mani degli europei, l’ECU, una moneta virtuale che valeva in base al valore medio dei cambi delle monete dei Paesi membri allora della CEE. Tutte le monete hanno una faccia comune e una diversa in base allo Stato che le emette mentre le banconote sono uguali per tutti i Paesi e presentano porte o ponti, simboli di apertura verso il mondo. Ogni taglio è diverso per colori e raffigurazioni, anche se ritrae elementi dell’architettura europea in vari periodi storici: davanti finestre e balconi, dietro ponti con l’intento di rappresentare collegamenti fra Stati: sono opere che non esistono nella realtà onde evitare che si possa favorire un Paese piuttosto che un altro.

Sin da subito la Finlandia ha deciso di eliminare le monete da 1 e 2 centesimi, e nel 2004 anche i Paesi Bassi hanno fatto lo stesso e pare che l’Italia sarà il prossimo Paese. Tra il 1° gennaio ed il 28 febbraio 2002 negli undici Stati membri c’è stata una doppia circolazione, con il pagamento in lire e il resto dato in euro. Con il 1° marzo 2002 tutte le monete nazionali dei Paesi membri hanno cessato il loro corso legale e non potevano più essere usate nei pagamenti. I tassi di cambio tra le varie monete nazionali e la nuova moneta unica furono fissati il 31 dicembre 1998 in base all’ultima valutazione tra ogni singola moneta e l’ECU: al 31 dicembre 1999, l’ECU valeva 1936,27 lire e di conseguenza il tasso di conversione lira italiana/euro fu stabilito in 1936,27 lire. Le ultime due nazioni ad aver adottato la moneta unica sono state la Lettonia e la Lituania nel 2004 e attualmente sono diciannove i Paesi dei ventotto Stati membri dell’Unione Europea ad aver aderito all’Unione economica e monetaria dell’UE.









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