Accadde oggi: 25 novembre 2016, muore il Líder Máximo Fidel Castro

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Quattro anni fa, il 25 novembre 2016, Raul Castro annunciò la morte del fratello Fidel concludendo con il saluto “Hasta la victoria siempre”, riempiendo il cuore di tutti coloro che, seppur addolorati e sorpresi dalla notizia, hanno creduto nella rivoluzione cubana in quanto simbolo di liberazione e di riscatto dei popoli oppressi. Nel giorno dell’anniversario della sua morte, prima di ricordare l’uomo conviene rievocare i fatti storici. Possiamo ricordare la vittoriosa rivoluzione dei barbudos che rappresentò, innanzitutto, uno squarcio nel clima della Guerra Fredda. Era un momento storico che si riteneva fondamentale per uno sviluppo diverso nella storia del mondo: era l’inizio del “disgelo” kruscioviano e l’anno successivo si sarebbe avviato il processo della nuova frontiera kennediana; in Africa e in Asia era cominciato il grande processo della decolonizzazione. Due anni dopo, la giovanissima rivoluzione cubana fu sottoposta alla prova del fuoco: lo spiegamento dei missili sovietici sul suo territorio, puntati direttamente verso gli USA distanti solo 90 miglia. Fu un evento che lasciò il mondo con il fiato sospeso, risolto successivamente da un compromesso di cui, probabilmente, ancora oggi non conosciamo i contorni reali. L’anno prima, gli USA avevano tentato lo sbarco della Baia dei Porci e a Berlino si era eretto il Muro, rappresentando a livello internazionale un quadro che mostrava il tentativo di rinnovo della Guerra Fredda e Cuba vi si allineò abbandonando l’idea dei “fuochi rivoluzionari”. Fidel Castro restò a governare l’isola sotto l’egida sovietica, mentre Ernesto Guevara, il Che, tentò avventure rivoluzionarie in Africa e in America Latina fino a trovare la morte in Bolivia, nel 1967. Nixon, dopo una visita a Cuba, dichiarò che Castro non fosse nato comunista ma che lo sarebbe diventato nel corso della sua vita, non soltanto per la dipendenza dall’URSS, ma anche per la voglia di riscatto del popolo cubano, per assegnare alla sua gente dignità e diritti in ambito di cure mediche e culturale di studiare. La sanità e la scuola furono i due pilastri del castrismo che lo portarono a collocarsi in modo più che naturale dalla parte chiamata comunista.

Cosa fu la Rivoluzione cubana? Il popolo cubano, attraverso le nazionalizzazioni, recuperò le sue ricchezze, terre, mari, spiagge, miniere, eliminando la borghesia, i proprietari terrieri, l’apparato capitalistico; vinse l’analfabetismo, creò nuove strutture sanitarie, direi tutt’oggi ancora all’avanguardia. La rivoluzione cubana è stata la prima nella storia fatta interamente dal popolo. Gli USA provarono a distruggere quasi sul nascere la rivoluzione, con i fatti della Baia dei Porci, invasione respinta eroicamente da un esercito privo di aviazione. Castro nel 1959 abbatté la dittatura di Fulgencio Batista e dopo il varo della nuova costituzione cubana nel 1976, fu eletto capo di Stato. Da presidente, incontrò tre papi: fu invitato da Giovanni Paolo II nel 1996 al Vaticano; nel 2012 fu la volta dell’incontro con Papa Ratzinger e il 10 maggio 2015 risale la visita a Papa Francesco. Le reazioni all’annuncio della sua morte furono piuttosto contraddittorie. “Finalmente muore” scrisse in un tweet la nota dissidente cubana Yoani Sanchez e il Diario de Cuba, mentre a decine si riunirono al Caffé Versailles a Miami, con le bandiere del loro paese e quelle degli Stati Uniti, dopo la notizia della morte di Fidel. I canali televisivi locali mostrarono le immagini della folla al di fuori del famoso caffè, che era già stato teatro di feste simili ogni volta che diffonfevano voci sulla morte del Líder Máximo. Nel 2003 fissò i limiti del suo mandato con un discorso ai cubani: “Rimarrò con voi, se lo volete, finchè avrò la consapevolezza di potere essere utile, se prima non lo decide la stessa natura. Né un minuto prima né un secondo dopo”.









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