I piccoli paesi al tempo del Covid-19

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Situazione sicuramente irreale quella che si sta verificando nel mondo, ma ambigua nei piccoli comuni, dove i casi non sono molti, ma le ansie e le paure sono tante. Essendo delle piccole comunità l’assurdo è percepito maggiormente.

Il rumore dei passi risuona per le stradine vuote e silenziose, le nuvole che galleggiano nell’aria ovattano il suono delle nostre parole, le ore che passano quiete, l’ osservare dietro i vetri di una finestra un panorama cheto e silente. Un vero e proprio mondo ovattato quello dei piccoli Comuni.

Nelle piccole comunità tutti “sono amici di tutti” e il non poter chiacchierare, il non potersi dare un abbraccio, è strano. Ritrovarsi da un giorno all’altro ad un metro di distanza, con una sola alzata di mano per scambiarsi un saluto è alquanto anomalo. Molte volte quando si pensa al paese, si crede che siano dei luoghi abbandonati.

Case fatte di pietre senza intonaco, muri a secco nelle fasce, la terra dei campi piena di pietre, e invece qui le case sono colorate di bianco e di giallo, sui balconi ci sono i fiori e nell’aria c’è il profumo degli ulivi. Oggi il tempo sembra essersi fermato, quando incroci un anziano non puoi più dargli la mano e chiedergli : “Zio Franci, come va oggì?”.

 Avere un legame con il paese che oggi è mutato nettamente, fa paura.

“I colori appariranno più veri nell’aria fresca, il viale rifiorirà con gente seduta a chiacchierare sulle tante panchine, le birre al tramonto,  e l’orologio della Chiesa ritornerà a segnare un’ora che esiste solo d’estate”, è questa l’unica realtà che sognano i piccoli abitanti dei borghi del Sannio.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Ilenia Fiscante









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