Il cancro è la malattia del secolo. Come si formano i tumori?

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È la malattia del secolo e nella vita ognuno di noi ha dovuto combattere contro un tumore che ha colpito un parente, un amico, un conoscente o se stessi. Secondo le recenti ricerche condotte a maggio del 2019, ammalarsi di tumore non è una fatalità, non si tratta di un caso, non è una sfortuna, nessun destino avverso. Le neoplasie sono anomalie, degenerazioni del DNA ma le modifiche a livello genetico non sono casuali, ma sono condizionate da altri fattori che dipendono dalla propria volontà. Siamo praticamente noi stessi i primi responsabili. Lo studio è stato realizzato dai ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università Statale di Milano in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, e pubblicato sulla rivista Nature Genetics.

Già nel 2016, Bert Vogelstein della Johns Hopkins Medical School ipotizzò che due neoplasie su tre fossero generate da alterazioni casuali e quindi del tutto inevitabili. La recente ricerca italiana, invece, rimette al centro della questione l’importanza della prevenzione, perché un ambiente sano in cui vivere e un’attenzione rilevante alla propria salute permettono di evitare di contrarre questa patologia o comunque di salvaguardarsi in anticipo. I tumori non nascono solo da piccole mutazioni nella struttura dei geni ma anche da alterazioni più consistenti conosciute come traslocazioni cromosomiche. Queste si generano quando la configurazione a doppia elica del DNA si rompe e i cromosomi si scambiano di posizione. Vere e proprie traslocazioni cromosomiche, quindi, che nemmeno avvengono casualmente. Si può prevedere quali geni si romperanno con una precisione superiore all’85%, ma solo una piccola parte di essi darà poi origine a traslocazioni. La qualità di quei geni è controllata da segnali specifici che provengono dall’ambiente nel quale si trovano le nostre cellule, e che a sua volta è influenzato dall’ambiente in cui si vive e da comportamenti e abitudini.

Ambiente e stile di vita, però, sono fattori controllabili, ecco perché non è esatto parlare di sfortuna. Basterebbero poche e semplici accortezze, un equilibrato stile di vita, una dieta bilanciata, un ambiente sano e privo di inquinamento, esercizio fisico e senza eccessi. Tecnicamente, non si sa quali siano le cause la formazioni delle trasclocazione, ma l’ambiente influisce su salute e benessere.

“Non esiste base scientifica che ci autorizzi a sperare nella fortuna per evitare di ammalarci di tumore. Anzi, ora abbiamo un motivo in più per non allentare la presa sulla prevenzione: nei nostri stili di vita, nel tipo di mondo che pretendiamo, nei programmi di salute che vogliamo dal nostro servizio sanitario, anche nel tipo di ricerca scientifica che vogliamo promuovere – afferma Piergiuseppe Pelicci, direttore della ricerca allo LEO e professore di patologia generale all’Università di Milano – Per ora non abbiamo capito esattamente quale sia il segnale che induce la formazione delle traslocazioni, ma abbiamo capito che proviene dall’ambiente. È possibile che il medesimo meccanismo, o uno simile, possa essere alla base anche delle mutazioni studiate da Vogelstein: ci stiamo lavorando”.









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