Benvenuti nel Sannio: agricoltura e ruralità (FOTO)

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Pomodori verneteca. Foto di Rosaria Vegliante

Secondo l’OCSE, la provincia di Benevento è un’area significativamente rurale. Fasce montane e aree agricole, zone collinari e clima mite caratterizzano un territorio dal significativo impianto agreste con una totale vocazione nei confronti dell’agricoltura. A occhio nudo, la distesa della provincia sannita è una grande macchia verde, in cui la coltivazione della terra padroneggia. Piccoli borghi sfruttano le risorse rurali e crescono poggiandosi su un’economia che predilige la terra, puntando, altresì, sul turismo lento che prende sempre più piede. 

Il comparto vitivinicolo è certamente quello che più caratterizza la ruralità sannita. Le viti dominano e sovrastano le bellezze rurali della zona, specialmente nelle aree tra il massiccio del Matese e il Taburno, e dalle pendici del Taburno al fiume Calore. I vigneti sanniti si estendono in meravigliosi scenari, interrotti qua e là da altre colture e abitazioni. Alcuni di questi hanno piante ultracentenarie. Dopo la coltivazione della vite, ecco la secolare coltivazione degli ulivi. Proprio nella regione Campania questa tradizione risale a epoche molto lontane nel tempo, ricordando i Greci e i Fenici che diffusero l’uso dell’olio in tutti i territori colonizzati, come alimento e come ingrediente di unguenti e profumi.

La saragolla è un’antica varietà di grano duro, ancora oggi coltivata nelle aree interne del Sannio, in provincia di Benevento. Un cereale che fu introdotto in Italia dal Medio Oriente nel 400 d.C. da alcune popolazioni provenienti dalla attuale Bulgaria. Ancora, ortaggi e frutta da cultivar tradizionali, e cereali, tartufi, ed erbe officinali. Ecco l’esempio di Cautano e della patata interrata, la cui produzione lenta ed esclusivamente a mano, senza alcuna irrigazione, è la caratteristica di un meraviglioso tubero che nasce e cresce tra le foglie di felce. Rinomata la produzione di cipolle rosse ad Airola, che dal rischio di estinzione è divenuta presidio Slow Food. La mela annurca è un frutto che nel 2006 ha ottenuto il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), rendendo famosa la città di Sant’Agata che la utilizza in tanti modi diversi. Nell’area di Ceppaloni, invece, primeggia la valorizzazione del tartufo bianco. E ancora: la lenticchia sannita, il fagiolo risillo, il fico lardaro o troiano, il grano arso, il pomodoro guardiolo e il verneteca, l’origano del Matese, la pera carmosina, il peperone quarantino, la pesca poppa di Venere, l’uva Salamanna e l’uva sanginella.









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