La leggenda dell’agrifoglio, il portafortuna di Natale

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Belli e decorativi, gli agrifogli si offrono in dono a Natale e con essi si addobbano gli angoli più belli di casa, come simbolo di buon augurio e porta fortuna. Una storia che ha radici lontane, dalla notte della nascita di Gesù Bambino. La caratteristica più tipica di questa pianta è data dagli aculei delle foglie, di un colore verde scuro con un contorno molto chiaro, e dai suoi frutti rossi. Un arbusto estremamente resistente, coltivato in tutto il mondo. Una pianta che porta buone cose, contro ogni malignità e che riesce a purificare gli angoli della nostra casa da ogni sorta di evento malefico. Si dice, infatti che protegga dai demoni e porti fortuna. Secondo un’antica leggenda, in Irlanda durante le festività natalizie, l’agrifoglio era l’unica pianta che potevano permettersi anche le famiglie più povere come elemento decorativo per le proprie abitazioni. Una simbologia ricca e dalle radici forti accompagna questa pianta: la struttura delle sue foglie ricorda la corona di spine di Gesù Cristo, mentre i frutti rossi richiamano il suo sangue, e i boccioli bianchi la purezza della Madonna. Una pianta, dunque, molto legata al Natale ma anche all’inverno più in generale, e molto, molto decorativa. Essa è forte e non teme le temperature più rigide, e spesso viene utilizzata come siepe protettiva. Le sue foglie possono essere impiegate anche sotto forma di decotto contro la tosse e la diarrea, mentre il decotto delle radici viene utilizzato come rimedio diuretico e febbrifugo. Ma conoscete la leggenda dell’agrifoglio?

Un tempo, tanti e tanti anni fa, un orfanello viveva in una capanna insieme ai pastori che lo avevano adottato. Una vita semplice e spensierata la sua, fino a che una sera vide apparire degli angeli che annunciavano la nascita di Gesù. L’orfanello non ci pensò due volte e subito si mise in cammino per poter far visita al Bambinello. Ebbe tanta di quella fretta che dimenticò di indossare le scarpe e il suo viaggio lo fece proprio a piedi nudi. Molti i pellegrini che si recarono in visita al Bambin Gesù, chi con un dono, chi con un’altra offerta. Il piccolo, invece, non portava nulla, lui era povero e desiderava soltanto rendere omaggio a Gesù bambino con la sua presenza. Camminando nella notte, l’orfanello, si punse i piedi: aveva calpestato un cespuglio di agrifoglio, che subito si coprì di gocce rosse di sangue. Il piccolo ne raccolse alcuni rami e li legò insieme a mo’ di corona: desiderava portarla in dono a Gesù Bambino. Un regalo talmente umile che, una volta arrivato a Betlemme, il piccolo la guardò mettendosi a piangere. Fino a che un angelo che scese dal cielo avvolse l’agrifoglio con la sua luce, abbagliando il poverello che, quando aprì gli occhi, vide che le goccioline di sangue sulle foglie si erano trasformate in splendide bacche scintillanti. L’orfanello, quindi, portò la sua corona di agrifoglio nella capanna e la posò ai piedi della culla di Gesù Bambino, insieme agli altri doni lasciati dai pastori. Le bacche erano scintillanti e illuminavano tutta la notte, e da quel momento, a Natale si usa donare ai propri cari una ghirlanda di agrifoglio, perché possano portare lo stesso calore nelle loro case.









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