Immagini dal Sannio: la “Pagliara Maje Maje”, l’antico rito del maggio

postato in: Immagini dal Sannio | 0
Condividi articolo
Edizione 2020 della Pagliara Maje Maje di Fossalto, foto di copertina tratta dalla pagina Facebook ufficiale

Maggio è il mese dell’esplosione della primavera, dei fiori e della rinascita della natura. E in Molise, particolarmente a Fossalto, in provincia di Campobasso, a maggio ricorre un appuntamento molto importante e sentito: quello con la Pagliara Maje Maje, cono ricoperto di fiori, fave ed erba, che ogni anno, nella prima giornata del mese di maggio, parte e attraversa le strade del paese in segno propiziatorio. Una sfilata storica e molto sentita, accompagnata non solo dalle donne del paese, che da balconi e finestre gettano acqua sulla Pagliara, ma anche dai bambini, che per l’occasione sono vestiti con abiti tradizionali. E poi i turisti, tanti, il suono della Scupina.

Si tratta di un rituale di inizio di primavera, di quelli che un tempo avevano un valore essenziale per l’economia e l’identità di gruppo. L’azione simpatica di gettare l’acqua sul carro di erbe e di fiori rappresenta un gesto di magia, al fine di invocare la pioggia. Il rituale accadeva nei tempi antichi, quando l’economia era prevalentemente rurale e si cercava di propiziare la morbidezza e la floridezza del terreno. Un rito che può anche essere visto come un gesto di rinnovamento della natura.

La Pagliara con veduta di Fossalto, foto di archivio

Il cono sta a personificare il maggio e sulla sua sommità è posta una croce, anch’essa ottenuta con fiori. La Pagliara viene indossata da un uomo, e ne ricopre tutto il corpo, lasciando una piccola apertura per il viso. Il portatore gira per tutto il paese annunciando l’arrivo del maggio, con l’accompagnamento musicale di una zampogna. mentre i getti di acqua si riversano dai balconi. Intanto, dalle porte di case si innalzano le grida “Gasce, Maje!” (Abbondanza, Maggio!). Alla fine del giro, la Pagliara viene collocata in piazza, davanti alla casa del parroco, la croce viene staccata dalla sommità e consegnata al sindaco, mentre il cono viene deposto nell’orto del prete. Subito dopo si distribuisce a tutti i presenti la lessima, una tradizionale zuppa di legumi, cereali, formaggio, pane e fave fresche. È un rito antico che si perde nei secoli, una manifestazione singolare e unica in tutto il Molise. Una festa per tutti, molto sentita dalla popolazione e svolta di anno in anno con grande serietà e determinazione.









Print Friendly, PDF & Email