Immagini dal Sannio: la Rocca dei Rettori, storica e leggendaria fortezza beneventana

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Foto di copertina di Antonio De Capua

Meno conosciuta come Castello di Benevento o Castello di Manfredi, la Rocca dei Rettori è il fortilizio del capoluogo sannita che si trova nella parte più alta della città, in piazza IV novembre. Oggi è sede dell’Ente Provinciale di Benevento e ospita la sezione storica del Museo del Sannio cittadino, con il materiale pertinente alla storia della città e dell’intera regione sannita, oltre alla documentazione dell’arte e delle tradizioni popolari dell’intero Sannio beneventano. Città storica di elevato spessore, Benevento ci testimonia passaggi che vanno dal periodo sannitico a quello pontificio, passando per le sue esperienze romane e longobarde. Dalla battaglia dei Romani contro Pirro, nel 257 a.C., o quella che ha visto sconfitto Manfredi di Svevia per mano di Carlo d’Angiò nel 1266, Benevento testimonia antichissimi insediamenti umani, con una necropoli risalente all’VIII secolo a.C., e la fortezza. qualche secolo dopo, costruita dai Sanniti. Nel periodo romano, la collina beneventana divenne divenne castellum aquae, ambiente termale alimentato da un ramo dell’acquedotto proveniente dal Serino. I castella erano i cardini dei lunghi acquedotti romani e il serbatoio idrico di Benevento doveva alimentare d’acqua tutta la regione. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Benevento fu trasformata nella capitale longobarda dell’omonimo ducato, costituente parte della Longobardia Minor, per volere del duca Zottone. Fu così che, nell’875, con Arechi II, il castellum divenne un torrione, costituente la Porta Somma a difesa dell’accesso in città, con le sue alte mura, sulla via Appia,

Questo durò fino al 1070 quando Benevento entrò sotto la tutela del regno pontificio. I rappresentanti di città si chiamavano Rettori Pontifici ed erano contestati duramente da una parte dei cittadini che non desideravano affatto i confini dello Stato Pontificio. Il dominio papale su Benevento durò quasi otto secoli, e fu esercitato fin dall’inizio dai suddetti rettori, governatori incaricati di amministrare il territorio facenti le veci del papa. Proprio perché i beneventani non erano contenti di questo dominio, i rapporti tra cittadini e rettori rimase sempre teso e spesso si verificarono manifestazioni violente di malcontento. I rettori, infatti, vennero ripetutamente aggrediti, talvolta assassinati. Destino che toccò anche al Rettore Guglielmo, nel 1128, e questo fu il motivo per cui nel 1320 Papa Giovanni XXII ordinò la costruzione, accanto al Torrione, di un Palazzo sul modello della fortezza francese di Carcassone e delle grandi costruzioni militari di Avignone, ove nel periodo risiedeva la Santa sede papale, la cui realizzazione fu portata a termine solo nel XVIII secolo. Nonostante ciò, gli episodi di violenza non terminarono del tutto e nel 1511 un barone locale e i suoi uomini armati penetrarono nella Rocca, catturarono il governatore Andreone degli Artusini, rettore nativo di Ravenna, e lo decapitarono per volere del Rettore Sabariani, al termine di un’aspra discussione politica. Tradizione vuole che ancora ogg, sia possibile vedere il suo fantasma aggirarsi tra le mura del castello.

Il progetto iniziale del pontefice Giovanni XXII prevedeva un castrum e un palatium, recintati da mura protette da fossati, questi ultimi attraversati da tre ponti levatoi. La costruzione prevedeva anche la porta orientale della città, che venne ricostruita in seguito. Nel 1586 la fortezza fu trasformata in carcere, rimasto attivo fino al 1865. Un secolo più tardi fu innalzata la Torre campanaria. Nel XV secolo la Rocca fu dimora stabile di Alfonso d’Aragona, impegnato nella personale lotta contro Luigi III d’Angiò per la conquista del Regno di Napoli, dopo essere stato adottato da Giovanna II. Molti avvenimenti storici si svolsero fra le mura della Rocca: Muzio Attendolo Sforza fu prigioniero nella struttura; nel 1443 vi fu insediato il Gran Parlamento del Regno; vi dimorarono personalità quali Traiano Boccalini, Stefano Borgia.

Corso Garibaldi visto dalla Rocca, foto di Makiavelli

L’edificio è caratterizzato da due corpi distinti: il torrione angolare a pianta poligonale, il vero e proprio castello longobardo, e il Palazzo dei Governatori Pontifici, a pianta rettangolare con un cortile interno. Il torrione è alto 28 metri e nelle sue mura si riconoscono pietre provenienti da edifici di epoca romana e vi si aprono bifore ogivali. Il palatium, su tre piani, ha due torri di vedetta. Nel piano terra ci sono le segrete; un doppio scalone conduce al primo piano, caratterizzato da ampi saloni e soffitti in legno e al secondo piano ci sono le torri di guardia da cui si accede al terrazzo, imbattendosi in una bellissima veduta sulla città. Il giardino posteriore accoglie un lapidario dedicato ai miliarii della via Traiana, e diversi frammenti architettonici romani. Vi sono esposte anche opere di arte moderna. L’installazione Memoria è, di Salvatore Paladino, è dedicata alla vittime della Shoah, Davanti alla rampa d’accesso si trova il monumento del Leone, eretto nel 1640 davanti al castello, in onore di papa Urbano VIII. Il leone, di epoca medievale, è l’animale che simboleggia “La vigilanza, la maestà e la forza dell’antico popolo dei Sanniti”, come reca la scritta sul piedistallo. All’ingresso del Castrum novum si trova poi una statua bronzea dell’imperatore Traiano, copia di un originale marmoreo antico. Oggi, inoltre, la Rocca dei Rettori conserva alcuni affreschi che la adornavano, come il Crocifisso barocco, la Volta della Sala del Presidente, le pareti della Sala del Segretario, ed è sede espositiva e museale per mostre permanenti ed estemporanee.









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