Infermiere è andato a lavorare a casa di un paziente: per lui una maxi multa

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Sabato scorso un infermiere, durante un controllo delle Forze dell’Ordine nella città di Napoli, è stato multato perché non aveva un valido motivo per cui essere uscito. Eppure, era stato a casa di un paziente. “Premesso che faccio l’infermiere domiciliare e il mio lavoro mi piace molto, da quando è iniziata la pandemia del Covid-19 ho continuato ad effettuare prestazioni a domicilio dotandomi dei dpi specifici e facendo un anamnesi telefonica del paziente prima di recarmi al suo domicilio. Infatti in questa situazione così particolare, di paura, di rischio, mi stanno contattando pazienti, amici o conoscenti che mi chiedono consigli o che hanno bisogno di un mio intervento professionale, per evitare di affollare il Pronto Soccorso. Stamattina sono stato contattatto da una mia paziente, in zona Vomero, per la sostituzione di un ileostomia, l’operazione con cui i chirurghi abbreviano il normale percorso intestinale e creano un orifizio sull’addome, che sostituisce di fatto le funzioni dell’ano, accetto la prestazione e faccio presente che sarei andato nel primo pomeriggio. Infatti alle 16.30 arrivo dalla paziente, effettuo la prestazione e vado via.

Giunto a Piazza Medaglie d’oro vengo fermato da una volante della polizia, un normale controllo penso, mi accosto gli dico che sono un infermiere, mostro il tesserino dell’OPI, i miei documenti e quelli dell’auto. I poliziotti in questione iniziano a farmi delle domande, vogliono sapere cosa facevo per strada, dove ero stato e dove dovevo andare. Gli spiego che ero stato da un paziente e che stavano rientrando al mio domicilio. Loro insistono dichiarando che è strano che di domenica pomeriggio sia in giro a fare una prestazione sanitaria, faccio presente che nel mio lavoro non esistono le domeniche o i festivi e che se qualcuno ha bisogno io ci vado. Continuano a farmi le domande e mi chiedono l’autorizzazione, faccio presente che nn la posseggo e che possono tranquillamente darmelo loro, insistono nel sapere da dove provenivo e mi costringono a dire nome e indirizzo della paziente (non so se dovevo farlo visto le leggi sulla privacy). Ad un certo punto mi chiedono perché non indosso la mascherina, faccio presente che non è obbligatorio indossarla nell’abitacolo della propria auto e che era adagiata su una garza sul sedile, loro insistono che devo indossarla e io faccio presente ad uno dei due agenti che il collega stava maneggiando i miei documenti senza i guanti monouso, iniziano a minacciarmi dicendomi che devono farmi la multa, io continuo a dire che stavo rientrando da una prestazione sanitaria e che questa situazione era paradossale. Dopo circa 30 minuti di fermo mi consegnano un verbale di 533,33 euro, ridotta del 30% se pagata entro 30 giorni”. 









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