Riceviamo e pubblichiamo – dott. Amedeo Ceniccola, Rinascita Guardiese
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È doveroso ricordare che il territorio e la salute dei cittadini è minacciata non solo dai diserbanti bensì anche dalla mancata depurazione delle acque reflue. A tal proposito, per amore di verità e convinto che la tutela del territorio sia la pre-condizione indispensabile per lo sviluppo e per evitare l’insorgenza di patologie specifiche, non posso non ricordare che, in qualità di sindaco, mi sono impegnato per dare alla comunità guardiese un valido ed efficiente depuratore, e ho lasciato in eredità a coloro che mi hanno sostituito alla guida del Comune guardiese ben mille milioni di lire per eliminare quella cloaca a cielo aperto rappresentata dal torrente Ratello che scorreva nel cuore antico del paese.
Purtroppo, a distanza di venti anni, la vergogna di Guardia Sanframondi è ancora al suo posto e i liquami vengono ancora scaricati a cielo aperto provocando un grave e intollerabile danno ambientale (nei mesi più caldi i proprietari di case situate nelle vicinanze del torrente Ratello lamentano un odore nauseabondo al limite della sopportabilità). Senza voler fare polemica, bisogna dire alto e forte che trattasi di vero delitto contro l’ambiente e contro l’umanità; non solo si inquina il territorio circostante il paese, ma poi si va anche ad inquinare il fiume Calore che rappresenta uno dei punti di forza per uno sviluppo ordinato del Sistema-Sannio.
“Chiare fresche e dolci acque” scriveva, un tempo, il Petrarca. Certamente lo scorrere dei secoli ha cambiato il colore e il sapore delle nostre acque che, oggi, nel territorio comunale guardiese sono scure e fetide grazie all’ignavia di chi oggi dai banchi dell’opposizione mette in croce l’attuale amministrazione perché il “Territorio è aggredito dai diserbanti” e perché “sta compiendo spaventosi passi indietro rispetto alle nostre politiche ambientali”.