Giornata della Memoria, l’IC di Telese e il Consiglio Comunale Ragazze e Ragazzi per non dimenticare

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In occasione della Giornata della Memoria, il plesso scolastico di viale Minieri dell’Istituto Comprensivo di Telese, al centro della città termale, si è illuminato di rosso in segno di rispetto, per richiamare alla memoria gli orrori dell’Olocausto, per ricordare e mai dimenticare a cosa è potuta arrivare la barbarie umana.

Una serie di iniziative si sono svolte all’interno dei plessi scolastici cittadini, con l’eccezionale disponibilità della Dirigente Scolastica, prof.ssa Rosa Pellegrino, che ha puntato su progetti didattici e educativi per tutti gli studenti dell’IC, dalla Scuola dell’Infanzia ai più grandi.

All’interno dei locali della scuola primaria di viale Minieri, nell’arco della mattinata del 27 gennaio, si è tenuta la performance Il giorno della Memoria, con gli attori Doriano Rautnik e Miriam Iaulucci, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Telese e in collaborazione con Borghi della Lettura.

Nel plesso scolastico di via Turistica del Lago, invece, è stata allestita una mostra fotografica e laboratoriale, grazie all’impegno degli studenti delle classi seconde e terze della Scuola Secondaria di primo grado e dei giovani del Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi di Telese, guidati dalle docenti Margherita Frascadore, referente di Coloriamo il nostro futuro e Maria Abbamondi, coordinatrice del progetto Legalità.

Un percorso nella memoria, un viaggio per non dimenticare che comincia con il benvenuto del giovane sindaco jr di Telese, Aurora Iannotti, a “entrare nella sala mostra con la giusta consapevolezza, e osservare con gli occhi di chi sa cosa è accaduto”. Poesie scritte dagli studenti telesini, alcune delle quali facenti parte del progetto Parole dal campo, laboratorio di scrittura creativa dei ragazzi che, dopo aver visualizzato vari documenti ufficiali inerenti a questo triste capitolo di storia, hanno composto piccoli versi poetici dai quali emergono sconforto e compassione umana per coloro che hanno sofferto. E ancora, testimonianze vive messe a disposizione dei visitatori. Come quella di Raffaele Pallotta, studente della II B, che mostra dei documenti in originale del nonno che, tra il 1943 e il 1946, era arruolato in Marina Militare. Una testimonianza dura, quella di un uomo che all’età di 22 anni pesava soltanto 36 kg, ed era costretto a mangiare zuppa di buccia di patate, pane ammuffito e, quando le cose andavano bene, carne andata a male.

Toccante e viva anche la testimonianza di Alessandro Flavio Pacelli, studente della ID della Scuola Secondaria di primo grado, e assessore jr alla Cultura. Nel marzo del 2022, in occasione di un viaggio di famiglia, il giovane si è recato presso i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, e ha toccato con mano la barbarie dei campi di lavoro. Con delle testimonianze fotografiche, presentate con il monito di Primo Levi “Meditate che questo è stato”, il giovane racconta di essere entrato nelle camere a gas, aver passeggiato sui binari della morte, aver toccato con mano il filo spinato e i forni crematori.

“Abbiamo deciso di essere attori e non solo spettatori della Giornata della Memoria– specifica ai visitatori il giovane sindaco Iannotti – Non è importante solo ricordare, ma anche far ricordare”.

Le triste note suonate dal violino di Giuseppe Filippo, giovane studente di prima media, hanno rievocato la memoria di quegli ebrei che erano costretti a suonare per intrattenere i prigionieri e i kapo che accompagnavano i condannati a morte, mentre i nazisti uccidevano altri ebrei. Musica che si librava come le farfalle gialle che volavano sul filo spinato, testimoni della resistenza dello spirito umano e della forza dell’arte che sopravvive all’orrore.

Si chiama I passi della Speranza, la creazione dei ragazzi del plesso di Solopaca. Arte e architettura sono state messe insieme, a richiamo del Museo Ebraico di Berlino, per raccontare, anche senza parole, tutto l’orrore dell’Olocausto. Tante maschere sul pavimento, realizzate dai ragazzi, richiamano Foglie cadute, l’installazione di Menashe Kadishman, scultore della Minimal Art, che rappresenta cerchi a forma di faccia realizzati con ferro arrugginito, a simulare migliaia di volti terrorizzati che gridano orrore, gettati a terra alla rinfusa.

Giovanni Di Paola, assessore alla Gentilezza, ha mostrato una riproduzione delle Stolpersteine, le pietre di inciampo, piccoli sampietrini posti avanti alle abitazioni di persone deportate dai nazisti. Le prime pietre furono installate a Roma, Prato e Napoli. e sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare una memoria diffusa delle tante vittime innocenti. “Quando cammineremo nelle città e vedremo le pietre – racconta Di Paola – chineremo il capo per guardarle, come una forma di rispetto”. Un viaggio raccontato da giovani che si affacciano alla vita, dunque, ma che hanno scelto di conoscere e mai più dimenticare. Guarda in basso la galleria fotografica.









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