L’Ais Toscana tiene a battesino un nuovo vino che arriva da Solopaca

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Comunicato Stampa

Un nuovo vino che arriva da Solopaca sul Taburno, in Campania, è stato tenuto a battesimo dall’Associazione Italiana Sommelier della Toscana insieme alla Delegazione di Grosseto. Un vino apparentemente “comune”, incontrato quasi per caso nel 2019 nella cantina di un produttore locale, Clemente Colella, in un’area che fa parte della DOC Sannio, ha suscitato la curiosità e l’interesse scientifico di un gruppo di ricercatori del CNR e del CREA. Da qui è nato un progetto di ricerca promosso dal CNR – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (S.S. di Potenza) e condotto con il CREA – Viticoltura ed Enologia (S.S. di Turi, BA) sulla “Biodiversità Agricola Storica (Vite e Olivo)” della realtà vitivinicola di Solopaca.

Un progetto di cui, dalla fine dello scorso anno, fanno parte anche i sommelier AIS di Grosseto.  È stato, infatti, un gruppo di sommelier e degustatori della Delegazione AIS maremmana che a dicembre 2021 ha valutato due tipologie di vini, bianchi e rossi, scoprendone le peculiarità. È la seconda tappa di un processo conoscitivo che in AIS, secondo un protocollo scientifico, ha individuato il partner per la ricerca in atto nella caratterizzazione degustativa di questi vini e nella loro comunicazione. A nuovo esame sono stati sottoposti i vini “promossi” la volta precedente: 7 i campioni serviti ai sommelier, 1 bianco e 3 rossi in diverse tipologie per annata e invecchiamento.

“Questa collaborazione nasce da due strade che si sono incrociate tra la Campania e la Toscana grazie all’Archeologia”, ha spiegato Debora Rossi, Sommelier e Degustatrice AIS, anello di congiunzione con Stefano Del Lungo del CNR, Archeologo e Responsabile scientifico del progetto. “Come AIS siamo orgogliosi di essere stati scelti per far parte di questo percorso di alto valore scientifico, che oggi a Grosseto ha avuto la definitiva consacrazione con la degustazione dei vini e che proseguirà sino alla conclusione del progetto”.

“Da subito AIS Toscana e la Delegazione di Grosseto hanno condiviso lo spirito e il fine generale del lavoro. Ovvero contribuire alla valutazione di tutti gli elementi utili per restituire corpo e identità a un vino “scomparso”, ma di cui la storia aveva lasciato tracce indelebili. Al vitigno autoctono, “scartato e portato al limite dell’estinzione perché di scarso valore” come spesso si sente dire, è stato reso il peso avuto e riconosciuto nei secoli” ha detto Stefano Del Lungo. “Oggi abbiamo messo alla prova il “vino di Solopaca”, discutendone la causa come in una corte di giustizia, alla presenza dei suoi avvocati ricercatori. Il verdetto finale non poteva che essere affidato a una giuria “terza”, al di fuori della regione della cantina, per dare massima neutralità e libertà di espressione nella valutazione”.

L’apertura dei lavori, con approfondimento del terroir solopachese, è stata di Stefano Del Lungo, inquadrando storicamente il territorio attraverso i vitigni autoctoni, e di Antonio P. Leone (CNR-ISAFoM), che ha guidato alla scoperta delle caratteristiche dell’ambiente fisico (suoli, fisiografia, clima, …) del paesaggio viticolo delle “Terre di Solopaca” e delle possibili interazioni di tali caratteristiche con la peculiarità delle uve di queste Terre e dei vini che ne derivano, base imprescindibile per ogni futura programmazione produttiva.

La degustazione è stata condotta da Maurizio Zanolla, Delegato AIS Grosseto, con accanto Andrea Galanti, tra i miglior sommelier italiani e premiato per questo nel 2015. Debora Rossi ha introdotto i vini mentre Angelo R. Caputo e Vittorio Alba (CREA VE) hanno affiancato il produttore, Clemente Colella, nel rispondere sul piano tecnico alle domande sorte durante il servizio dei campioni. Il vino è risultato quello che i sopralluoghi nelle vigne a raggiera e in cantina hanno lasciato intuire: il prodotto di ‘uve rare’ di qualità, che nel tino hanno svolto il loro lavoro senza aver mai bisogno di aggiunte, e con caratteri spiccati che permettono di scoprire nel bicchiere il territorio e la sua cultura. Nel corso della degustazione alcuni nomi di vini toscani sono stati presi a confronto e sono stati dati preziosi suggerimenti e azioni di indirizzo, per portare prossimamente a compimento la riscoperta del ‘vino di Solopaca’.









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