L’intera lista “Guardia sei tu” omaggia don Mimmo Battaglia con un’accorata lettera

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Comunicato Stampa – Barbara Serafini, Ufficio Stampa e Relazioni Media “Guardia sei tu”

“Grazie don Mimmo, per quello che hai saputo insegnarci, per quanto hai dato alla nostra comunità, per il cammino di fede che hai percorso insieme a noi, indicandoci la via giusta, il modo più sano di procedere”. Comincia così l’accorata lettera al caro don Mimmo Battaglia, ormai arcivescovo metropolita di Napoli, ma che ancora per un po’ di tempo resterà amministratore apostolico della Diocesi di Cerreto, Telese e Sant’Agata de’ Goti, da parte dell’intera lista Guardia sei tu, di Guardia Sanframondi, che vuole sottolineare la propria radicale devozione e un grande sentimento di amore e affetto verso il meraviglioso Pastore che ci ha guidato negli ultimi anni.

“Hai saputo entrare sin da subito nel cuore della gente, la tua gente. Che siamo noi, tutti i concittadini che ogni giorno hanno tentato di seguire il Tuo esempio, il Tuo percorso, anche se non è facile riuscire a procedere su passi così alti, così santi, come i Tuoi. E mai, certamente mai, riusciremo a emulare il tuo esempio. Ci hai insegnato cosa sia l’ascolto del dolore, della debolezza, ci hai spiegato cosa sia la fragilità. Tu sei andato tra loro, tra gli umili, per strada, hai raccolto le lacrime della sofferenza e, come Gesù che ‘pertransivit benefaciendo’, hai camminato tra di noi, la tua amata gente, facendo del bene”.

Un esempio da seguire, un punto di riferimento per tanti credenti, ma anche per chi non conserva la fede nel cuore. Don Mimmo Battaglia, infatti, è stato il prete di tutti, il prete di strada, e i consiglieri di Guardia sei tu vogliono proprio ricordare questo: la vicinanza verso ogni singolo cittadino, portandogli la più grande manifestazione di affetto da parte del popolo guardiese.

“Siamo come figli che festeggiano la Tua partenza, Sì, perché noi possiamo solo festeggiare il tuo coraggio e il tuo cammino. Certamente ci sentiamo privati di una figura così cara e importante, ma è anche vero che il bene che Ti vogliamo ci permette di distinguere cosa è giusto da qualsivoglia forma di possesso. Abbiamo nitido il ricordo delle tue visite qui a Guardia. Abbiamo ancora in mente la processione, insieme al Clero, nel sabato dei Riti Settennali, e la tua presenza costante in quei giorni di grande adorazione mariana. Ricordiamo le tue parole di coraggio e umiltà dal nostro altare, riguardo alla forma di devozione nei confronti della nostra amata Vergine da parte di tutti noi guardiesi. Hai aiutato tanti di noi, coloro che hanno bussato alla Tua porta per un consiglio, per uno sfogo. Hai asciugato lacrime di paura e di dolore, hai varcato le soglie delle nostre case con la tua umiltà, senza proclami, senza ostentazione. No, Tu non sei il prete dell’ostentazione, sei il prete degli umili e dei sofferenti. Sei il prete di ogni mamma e ogni bambino che affrontano la vita, di ogni giovane che si imbatte con i primi problemi della quotidianità, di ogni preoccupazione paterna. Sei accanto a chi soffre per una malattia, asciughi le nostre ferite come solo una madre e un padre sanno fare. Sei il medico delle nostre anime, hai sofferto con noi, tra di noi, in mezzo a ognuno di noi. Hai sofferto con la Tua gente nel periodo pandemico, quando la profonda crisi economica ha scosso tutti noi. Lo stai facendo ancora. Sei sempre stato lì, sei ancora lì”.

L’amore, un puro esempio di alto sentimento, ecco cosa sottolineano, all’unisono, tutti i compagni di squadra di Gabriele Sebastianelli: “Quell’amore che hai saputo donarci lo custodiamo come in un prezioso scrigno. E i nostri cuori lo conserveranno con cura. Siamo certi che resterai sempre un grande punto di riferimento per noi, e con noi sempre resterai. Ti dobbiamo tanto, don Mimmo. Dovrai affrontare sfide ancora più difficili. Conoscerai realtà profondamente diverse, spesso drammatiche. Ma siamo certi che l’amore che sai dare ripagherà ogni difficoltà che incontrerai e ogni sofferenza che il tuo cuore cercherà di alleviare. Ad multos annos, caro don Mimmo”.









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