“Io, positiva al Covid a 21 anni e dimenticata dalle autorità”

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Martina ha 21 anni e da un anno e mezzo lavora nella casa di riposo Comunità alloggio Madre Teresa di Cercemaggiore, in procincia di Campobasso, ed è una delle operatrici sanitarie risultata positiva al Covid-19. Ora è a casa con la sua mamma e le sue sorelle, ma non può vederle e da venti giorni è in isolamento nella sua cameretta. Martina sta bene, non è stata debilitata dal virus, a parte qualche linea di febbre e, tramite Facebook, ha dato sfogo ai suoi sentimenti. “Ringrazio chi ha abbandonato me e la mia famiglia perché ho contratto il virus, mettendo la vita degli altri prima della mia… Ringrazio chi non ci ha ancora consegnato le mascherine quando forse dovevamo essere le prime…”.

Questa combattiva ventunenne, tristemente, ha raccontato la sua storia: da quando è in isolamento non ha mai ricevuto l’interessamento delle autorità, neanche un “come stai?”, non un aiuto dal suo Municipio, dai servizi sociali, se non dai suoi vicini di casa buoni e caritatevoli. La ragazza si sta curando con farmaci comunissimi, come la Tachipirina, probabilmente perché le sue condizioni non hanno mai destato preoccupazione. Eppure, dalla sua Amministrazione comunale, sindaco, assessori, si sarebbe aspettata una telefonata, un supporto morale, per una questione di senso civico, perché un amministratore si prende cura del suo gregge. Martina, tramite il suo post di Facebook, ha dovuto sollecitare l’invio delle mascherine che una ditta del posto ha prodotto e regalato ai residenti: le avevano consegnate a tutti, tranne che in casa sua. Eppure, a casa sua, il bisogno era reale.


La giovanissima Martina, dopo il tampone finale, quello di controllo, e dopo la fine del suo isolamento, che avverrà il 9 aprile prossimo, tornerà al suo lavoro, che non gli consente di restare ancora a casa: continuerà a mettere l’amore per il suo lavoro, per gli anziani, per gli altri, avanti alla sua stessa vita. Il suo monito per tutti, però, è “chi può resti a casa. Questo virus uccide. E non fa differenze, né di età né di genere”. E Martina sia di esempio a chi si lamenta di dover essere chiuso in casa, di non poter passeggiare, di non poter uscire. Perché, è ancora più dura essere isolati, ricevere cure in assoluta solitudine, e rischiare di non tornare a casa mai più.









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