Amedeo Ceniccola: “Tenere i cittadini a casa fa loro più male che bene”

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Riceviamo e pubblichiamo dal Dott. Amedeo Ceniccola

Da medico, genitore e cittadino capisco le preoccupazioni dei nostri governanti ma il compito del Governo è fare una sintesi ponderata di tutte le esigenze che emergono in questo periodo di quarantena provocata dal virus cinese ( non parlo solamente dei ristoratori, albergatori, baristi, parrucchieri, estetisti, pizzaioli, agenti turistici ecc. o del comparto enologico, punta di diamante del nostro made in Italy, che è fortemente legato alle attività di ristoranti, enoteche e locali tipici che tanto caratterizzano il commercio, il turismo e la vita sociale) e prendere una decisione che offra le migliori garanzie possibili.

Il mio pensiero va, innanzitutto, allo stress ansiogeno che si è già determinato in questi ultimi 2 mesi  e che ha già determinato un aumento straordinario di morti per infarto miocardico ( le statistiche ci dicono che si sono triplicati i casi accertati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), senza parlare del notevole aumento  di consumo di ansiolitici,  antidepressivi e induttori del sonno. Il pensiero dei 151 medici morti in questi ultimi mesi non mi fa dormire la notte e mi angoscia leggere sul sito dell’ISTAT che nei primi tre mesi del 2020 in Italia sono deceduti 165.367 cittadini (compreso coronavirus).  Invece, quello che mi fa riflettere è leggere che nello stesso periodo dello scorso anno i morti in Italia erano 185.967 (senza coronavirus).

20.000 MORTI IN MENO DELLO SCORSO ANNO

NONOSTANTE LA PANDEMIA PROVOCATA DAL VIRUS CINESE

Un dato che nessuno ha evidenziato in queste  settimane e che fa nascere spontanea  una domanda: minacciare di richiudere nuovamente tutti in gabbia (per dirla con Papa Francesco)  in caso di “risalita dei contagiati” è un modo di governare ragionevole?

A mio avviso, se questi sono i numeri ufficiali, non ha senso procrastinare ulteriormente questa “reclusione” di massa ed è, francamente, insopportabile questo terrorismo psicologico che porta al suicidio del nostro sistema produttivo.

Così come cullarsi nell’illusione protettiva che la soluzione sia chiudere in casa le persone è dannosa perché non esiste il rischio zero e l’ansia che si scatena indebolisce ulteriormente il nostro sistema immunitario che ci serve per fronteggiare ogni tipo di aggressione batterica e/o virale.

Oggi l’ansia del Governo e di una intera popolazione si sta concentrando su come tenersi alla larga dal coronavirus. Nessuno o quasi riflette che noi, in ogni momento, siamo immersi in un ambiente saturo di innumerevoli virus, germi e altri agenti potenzialmente patogeni e quasi nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario che può essere compromesso da una inadeguata alimentazione, da un ambiente altamente inquinato (come quello in cui si sono sviluppati i primi focolai sia in Cina che in Italia), da uno sbagliato stile di vita e anche dallo … stress provocato dai provvedimenti  eccezionali lesivi della nostra libertà individuale. Per dirla con il Presidente Bettino Craxi che oggi ci guarda dall’alto dei cieli: “la mia libertà equivale alla mia vita”.

Tenere i cittadini in gabbia più a lungo dello stretto necessario farebbe loro più male che bene. L’uomo non è un’isola, diceva il poeta. Non possiamo vivere soli. L’uomo è sinonimo di socialità.

Va bene la cautela, va bene ripensare e ricostruire il nostro sistema sanitario dopo i tagli lineari al bilancio del ministero della Salute, più il blocco totale del turnover del  settore, più il taglio di  27 mila posti letto negli ospedali deciso dal governo  presieduto da Mario Monti e proseguito nei 9 anni successivi con Enrico Letta. Matteo Renzi e Paolo Gentiloni ma non possiamo, non dobbiamo permettere al virus cinese e al Presidente  Giuseppe Conte di cambiarci la vita “per il nostro bene”.

Dott. Amedeo Ceniccola

Ex Sindaco di Guardia Sanframondi