Cerreto Sannita : “Eolico, chi si indigna e chi…. si frega le mani”

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C’è uno spettro che si aggira per le strade di Cerreto Sannita, ed è lo spettro dell’eolico. Non sono bastati 15 anni di lotte all’eolico per far prendere coscienza ad un popolo dei danni che l’eolico genera e che non sono di carattere meramente ambientale ma anche sanitario e sociale.

E’ stato necessario che alle spalle del “Monumento sacro della Leonessa” si materializzassero quattro pale eoliche. Ma forse è la punizione che ci meritiamo, me compreso, perché questo “folle” non è stato capace di far guardare la gente più in là del proprio naso. I “folli” devono essere ascoltati qualche volta!

E così c’è chi, con quella corona di pale, ha sentito violato la propria identità e la propria storia e chi, credendo di fare un affare, si frega le mani!
Le mani per “l’affare concluso” lo hanno fatto gli altri e non chi ha preso qualche spicciolo!

Il problema grosso degli eolici, disposti a pagare anche più del dovuto, è quello di far sottoscrivere l’accordo contenente la postilla: “di non aver più nulla a pretendere e di sollevare la ditta da ogni responsabilità per danni procurati presenti o futuri” (più o meno questa è la dicitura ed il senso).
Se i proprietari non avessero firmato e fatto opposizione avrebbero sicuramente tirato su molti più soldi invece si sono accontentati dei bruscolini.

E le ditte per evitare opposizioni sono andati “casa, casa”, accompagnate dal solito indigeno del luogo (anch’egli adeguatamente remunerato) a sottoscrivere accordi privati dove l’indennità poteva passare dai 2,50 euro ai 7-8 euro a metro quadrato (questo è quello che è successo in altri comuni).

Altro discorso è per i proprietari che hanno visto installata la macchina eolica sul proprio terreno. Per portare dei parametri comparativi, sull’impianto di Circello per una macchina sul proprio terreno la ditta riconosceva per 25 anni un’indennità oscillante tra i 7.000 e 9.000 euro all’anno (ovviamente soggetta alle tassazioni di legge e da inserire nella dichiarazione dei redditi etc…etc..). In altre occasioni, e parlo per esperienza personale, a qualche proprietario che si era opposto la ditta ha offerto “sull’unghia” la somma di €. 300.000 in unica soluzione ma che è stata rifiutata dal proprietario che non voleva la macchina eolica installata sulla sua proprietà.

A Morcone il comune, per ogni pala installata sugli usi civici o sul demanio, è stata riconosciuta una indennità pari a 12.000 euro l’anno.

Ma quanto frutta una pala ogni anno secondo la produzione dichiarata (126,8Gwh) dalla ditta ? Bhè, tra vendita dell’energia alla rete elettrica, incentivi e vendita dei Certificati Verdi ai produttori da fossile una pala in media ha un ricavo di oltre 1.630.000 euro l’anno. Questa è la situazione spiega molto semplicemente senza andare troppo nei tecnicismi.

E veniamo a noi.

L’area di intervento per la costruzione dell’impianto eolico di San Lupo e di Morcone incidono tutti sul sito “Zona Speciale di Conservazione”, codice IT80200009 “Pendici Meridionali del Monte Mutria”, protetto dalla Comunità Europea di Rete Natura 2000.

Nel 2015 il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna, al fine di far applicare il D.M. del Ministero dello Sviluppo Economico del 10/09/2010, propose al Consigliere Regionale Carlo Iannace, di presentare un emendamento alla legge finanziaria del 2016 per l’individuazione dei siti non idonei per il corretto inserimento degli impianti eolici sui territori della Campania.

L’emendamento fu approvato ed insieme fu approvata la moratoria per il blocco per sei mesi del rilascio di nuove autorizzazioni. I Siti non idonei furono individuati con le delibere 532 e 533 del 4 ottobre 2016.
Tra le altre cose fu disposto che i siti SIC, ZSC, ZPS di rete Natura 2000 rientravano nei “siti non idonei”.

Ovviamente la Regione Campania per evitare eventuali richieste di risarcimenti danni da parte delle società già in possesso dell’Autorizzazione Unica ha permesso la costruzione degli impianti fino a fine ciclo di validità dell’autorizzazione (25 anni). Dopo tale periodo gli impianti dovranno essere smantellati e ripristinare totalmente lo stato dei luoghi originali.
Quindi gli impianti di San Lupo, Morcone e Morcone/Pontelandolfo di Circello ecc…. ricadenti in aree ZSC, SIC, ZPS ecc…, a fine ciclo, e cioè tra 25 anni, dovranno essere smantellati e non più ricostruiti.

Perchè S.R.L.?
E’ necessario sapere che tutte le multinazionali dell’energia rinnovabile, specialmente quelle eoliche, non presentano mai progetti direttamente ma costituiscono delle microscopiche società S.R.L. con capitale sociale fino a 15.000,00 euro.

Questo perché, secondo la legge italiana, una S.R.L. in caso di danni procurati risponde fino all’importo del capitale sociale. Così le multinazionali si coprono le spalle per evitare richieste di corposi risarcimenti in presenza di danni procurati di qualsiasi natura.

Cosa succederà tra 25 anni?
Tra 25 anni le società SRL concessionarie non potranno più rinnovare gli impianti per prolungare gli incentivi per ulteriori 15 anni ma dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) farsi carico di smontare le macchine eoliche, smaltirle in modo differenziato e ripristinare lo stato dei luoghi eliminando fino ad un metro dal piano di campagna le fondazioni di cemento armato e ricoprire il tutto con terreno autoctono al fine di ripristinare i pascoli ed i boschi. Oggi smontare una pala e smaltira costa oltre 150.000 euro.

Come già successo in passato le società non avendo più interesse a rigenerare l’impianto in quanto ricadente in siti non idonei, qualche mese prima della scadenza della concessione hanno dichiarato fallimento e chi si è visto si è visto.

C’è il rischio reali che lo smaltimento ed il ripristino dei luoghi ricadano sui proprietari rientrati in possesso dei terreni costretti a spendere tutti i “guadagni” di 25 anni.

p.s. sulle “fidejussioni” stendiamo un velo pietoso!

… e chesct’è!

fonte: https://pinucciofappiano.wordpress.com









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