Filippo De Blasio (Fiva): “Il destino delle Camere di Commercio è legato alle Province”

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Il componente della Giunta nazionale della Federazione Italiana Venditori Ambulanti (Fiva) Confcommercio, Filippo De Blasio (foto), è intervenuto in merito alla questione relativa all’unificazione della Camera di Commercio di Benevento ed Avellino.

“La Stampa – scrive – in questo periodo si è molto occupata del destino della Camera di Commercio di Benevento in relazione alle delibere della Giunta regionale della Campania, entrambe, proposte dal suo presidente, Vincenzo De Luca, la prima, del 30 dicembre scorso, finalizzata a dare corso al procedimento di fusione degli Enti Camerali di Benevento e di Avellino e la seconda, del giorno successivo, 31 dicembre, di sospensione dell’avvio del procedimento.

La motivazione della seconda delibera si rinviene nella necessità di attendere la sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità della legge Madía. Vorrei far notare, innanzitutto, ai colleghi dirigenti delle associazioni di categoria del mondo imprenditoriale, poi, alla pubblica opinione, alla classe politica sannita, ai lavoratori autonomi e ai titolari di imprese che il punto non è se si debba procedere alla riunificazione della Camera di Commercio di Benevento con quella di Avellino a ragione della legge numero 580/1993 o viceversa della legge Madia. Il problema vero è conservare l’autonomia della Camera di Commercio di Benevento.

L’autonomia consente di curare in modo appropriato le potenzialità di sviluppo economiche e sociali nonché quelle culturali dei distinti territori.
Curando al meglio, in autonomia, gli obiettivi che la Camera di Commercio deve perseguire. Vorrei far notare ancora, a chi sostiene il contrario, che mettendo insieme la Camera di Commercio di Benevento e quella di Avellino non si unificano i punti di forza e né si contrastano al meglio le criticità.

Le Camere di Commercio non hanno capacità di intervento, diretto e generale, sullo sviluppo del mondo economico. Questo potere è in capo alla Regione, alla Provincia, se sarà restituita alla sua precedente configurazione, ed ai Comuni. Il destino delle Camere di Commercio è legato al destino delle realtà provinciali. Degli enti Provincia.
Sicché la prima battaglia che dobbiamo “ingaggiare” è quella di far restituire all’Ente Provincia le funzioni previste dalla legge comunale e provinciale del 1990. Superando la legge Del Rio.

Questa legge era funzionale alla riforma costituzionale voluta da Renzi. Il popolo ha bocciato quella riforma costituzionale. Per conseguenza, ha bocciato la legge del Rio. Per conseguenza, il popolo rivuole la Provincia nell’assetto definito dalla legge comunale provinciale. Legge 142/90. Articoli 14 16. Noi tutti del Sannio, abbiamo bisogno di “quella” Provincia e non dell’attuale assetto provinciale querulo e inconcludente lontano dalla gente e dai territori, inutile ai fini dello sviluppo del Sannio come il lustro decorso ha pienamente dimostrato.

Infine, il lavoro svolto in campo infrastrutturale, penso alla Ferrovia Napoli Bari, raddoppio, penso al raddoppio della Benevento Caianello (invero la nuova Appia “Roma-Bari-Brindisi-Taranto”) pone ai sanniti il problema della dimensione territoriale della provincia. Pone l’esigenza di riflettere se è utile collaborare, più intensamente, più efficacemente, con l’area di Piedimonte Matese e con l’area di Ariano Irpino per definire un comune “destino” di sviluppo. Cambiano i tempi, cambiano le possibilità di sviluppo. Talvolta promuovendole. In modo significativo.
E’ questo il caso?”









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