RossoPiccante, la suinicoltura nella Food Valley Sannita

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Comunicato Stampa – Antonello De Nicola

Un nuovo modello innovativo di suinicoltura, con le tecnologie digitali a supporto delle scelte decisionali degli allevatori, e una filiera sostenibile caratterizzata da sistemi di allevamento non intensivi, nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del benessere animale
 
Un nuovo modello innovativo di suinicoltura, con le tecnologie digitali a supporto delle scelte decisionali degli allevatori, e una filiera sostenibile caratterizzata da sistemi di allevamento non intensivi, nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del benessere animale. Nasce nel Sannio il progetto RossoPiccante, finanziato dal GAL Taburno, basato sull’agricoltura di precisione che utilizza il controllo da remoto di tutti i parametri coinvolti nel sistema allevatoriale. Una sfida ambiziosa, presentata a Benevento nella sede provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, destinata alla produzione della salsiccia rossa tipica di Castelpoto (BN) e all’inserimento nella filiera di soggetti deboli, giovani svantaggiati e persone con disabilità.
 
Una vera e propria Food Valley sannita per promuovere l’integrazione tra la filiera zootecnica e quella agricola per la produzione di materie prime, come peperone e aglio, e altre spezie utili alla preparazione dell’impasto della salsiccia. E non solo. Uno studio approfondito dei contenuti nutrizionali e soprattutto funzionali della salsiccia tipica, mettendo a disposizione del consumatore la conoscenza della qualità che caratterizza il prodotto, la sua salubrità e la presenza di molecole ad effetto benefico per il consumatore, partendo proprio dalle attività antiossidanti delle molecole presenti nella salsiccia.

Il progetto – dichiara Ettore Varricchio, docente di Qualità e tecniche delle produzioni alimentari dell’Università degli Studi del Sannio e responsabile scientifico di RossoPiccante – vuole promuovere modelli sostenibili di suinicoltura estensiva mediante l’introduzione del sistema digitale di monitoraggio ambientale. La conoscenza degli impatti derivanti dagli allevamenti zootecnici desta sempre più interesse da parte degli organi di controllo e da parte dei consumatori attenti alla salvaguardia ambientale e al benessere animale. Questi due aspetti non devono essere considerati vincoli limitanti lo sviluppo della filiera produttiva, viceversa il rispetto di queste condizioni è per noi una opportunità di rilancio della tradizione allevatoriale, ovvero una suinicoltura estensiva che ha origini remote. Con questo sistema di monitoraggio, si potrà confermare che gli antichi sistemi di allevamento, con i relativi aspetti storico-culturali che ancora oggi caratterizzano il processo produttivo e il prodotto della salsiccia di Castelpoto, sono quanto mai attuali e in linea con le norme vigenti in materia di sostenibilità ambientale, stato di salute degli animali e salubrità”.
 
Un progetto che si integra nelle strategie di sviluppo delle filiere agroalimentari che GAL Taburno e Regione Campania hanno avviato in sintonia con gli Enti locali coinvolti. “I cinghiali – spiega Raffaele Amore, presidente CIA Campania – stanno seriamente mettendo a rischio il nostro patrimonio genetico suino. Dobbiamo fare sistema per valorizzare i nostri prodotti tipici e incentivare gli operatori all’interno della filiera, ma non basta. Stiamo vivendo un momento problematico e dobbiamo ridurre il divario tra i territori, mettendo in campo azioni concrete per raggiungere i nostri obiettivi e nuove idee per uscire dalla crisi ed essere più competitivi. Da questo punto di vista, il progetto RossoPiccante rappresenta una grande intuizione e può essere un volano di crescita per l’intero territorio. E’ il momento di fare un ulteriore passo avanti e far nascere, da questo importante partenariato, un comitato promotore per il riconoscimento Igp della salsiccia rossa”.
 
La gestione dell’allevamento con sistemi di agricoltura di precisione, l’integrazione tra filiera zootecnica e filiera del peperone (prettamente agricola), la conoscenza approfondita della qualità molecolare della produzione (nutrizionale e funzionale), la formazione degli addetti e del consumatore, attuata con la capillare comunicazione e disseminazione dei risultati, rappresentano i punti focali di RossoPiccante. “Futuridea – afferma Francesco Nardone, responsabile Sviluppo progetto e relazioni istituzionali di Futuridea – è impegnata, insieme agli altri partner, nella divulgazione del progetto e nella valorizzazione di nuovi modelli innovativi. Una iniziativa importante perché lavora su una eccellenza già presente sul territorio, come la salsiccia rossa, e si prefigge l’obiettivo di adottare un modello sostenibile di produzione. Il tema è molto attuale: mai come ora, l’agricoltura ha recuperato la sua centralità ed è tornata ad essere un volano di crescita economica, ma tanto c’è ancora da fare. RossoPiccante segue proprio questa dinamica basata sul rapporto sostenibile tra territorio, ambiente, ecosistema, produzioni agricole e produzioni suinicole”.
                                          
Un orientamento già condiviso dall’Unione Europea che individua, proprio in questi modelli, il futuro della zootecnia, insieme alle sinergie che possono derivare dall’integrazione dei processi produttivi per aumentare la “circolarità” dei sistemi alimentari. Come dimostra il caso della salsiccia rossa di Castelpoto. “Siamo orgogliosi di iniziare un nuovo percorso di sensibilizzazione e valorizzazione delle eccellenze sannite – a parlare è Carmine Fusco, presidente CIA Benevento, capofila del progetto – a partire dai territori con una forte vocazione per la suinicoltura, come nel caso di Castelpoto e della produzione della salsiccia rossa. L’obiettivo è promuovere i nostri prodotti tipici, come abbiamo già fatto recentemente per il formaggio di pecora. Un ulteriore progetto per stimolare i giovani a restare nel Sannio e ad intraprendere attività agricole, come soluzione per stimolare la nostra economia e ripopolare le aree interne”.
 
L’allevamento di precisione, dunque, offrirà spunti significativi sul potenziale sviluppo di un modello di suinicoltura moderna a carattere estensivo. “Mio padre è stato tra i pionieri del settore – dice Vito Fusco, sindaco di Castelpoto – e promuovere oggi una sperimentazione così innovativa mi riempie di orgoglio. Questo progetto promette di alzare l’asticella del nostro prodotto tipico per eccellenza, rendendolo riconoscibile e rafforzando la capacità di coesione dei produttori. Obiettivi strategici che, come amministrazione, sosteniamo in maniera convinta. Siamo in una fase storica difficile, ma dobbiamo investire nelle politiche agroalimentari e puntare sulla salsiccia rossa con un nuovo spirito. Anche nel Sannio è possibile immaginare una Food Valley. La nostra agricoltura va orientata al prodotto finito, facendo sistema, migliorando l’organizzazione e la qualità, stimolando agricoltori giovani che vogliono lanciare una vera e propria sfida di comunità e non solo un’attività per fare reddito”.
 
Tra i numerosi i partner del progetto: Azienda Agricola Campone Carmine; Azienda Agricola Masseria Maio; Azienda Agricola Tedino Giuseppe; Futuridea; Cooperativa sociale onlus Oltre Le Mura; Associazione Agronomi e Forestali Senza Frontiere della Campania; Agrodigit; Associazione Olivicoltori Sanniti Società Cooperativa Agricola; Università degli Studi del Sannio. Nel corso della conferenza stampa, moderata da Nicola Ciarleglio del Comitato di sorveglianza PSR Campania 2014/2020, sono intervenuti: Raffaele Amore, presidente CIA Campania; Carmine Fusco, presidente CIA Benevento; Vito Fusco, sindaco di Castelpoto; Ettore Varricchio, docente di Qualità e tecniche delle produzioni alimentari dell’Università degli Studi del Sannio e responsabile scientifico del progetto; Francesco Nardone, responsabile Sviluppo progetto e relazioni istituzionali di Futuridea.









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