Tradizioni sannite, le streghe di Benevento (e una bella storia di zio Paperone)

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Sapevate che nel 1989, in occasione della festa di Halloween,  apparve su Topolino una storia a fumetti dal titolo ”Zio Paperone e l’alleanza silvestre” dove il riccastro nonno per sconfiggere la strega Amelia che dimora nelle viscere del Vesuvio fa ricorso all’aiuto di tre streghe beneventane che abitavano nel profondo della foresta?

Zio Paperone e i suoi nipoti, però, quando si recano nel luogo deputato non trovano più le streghe, costrette a scappare perché la foresta era stata assediata da nuove costruzioni e fabbriche fumanti che avanzavano con il loro carico d’inquinamento e le stesse si erano trasferite in una nuova foresta ancora vergine nel paese di Zagolandia.

Questo racconto sta a testimoniare quanto le streghe di Benevento, e la loro storia di donne volanti che si cospargevano d’olio e scappavano da casa di notte, lanciandosi in volo da finestre e balconi, si sia accreditata nel tempo e diffusa a vari livelli fino a diventare un modello della tradizione popolare italiana conosciuto in tutto il mondo.

La storia delle streghe beneventane è antichissima, gli studiosi sostengono che abbia avuto origine dal culto della dea Iside trasformatosi in seguito nel culto della dea Diana ma la storia per come la conosciamo e per come la si tramanda si fa risalire al tempo dei Longobardi quando si accredita la leggenda di San Barbato che distrusse il noce intorno al quale le streghe si radunavano per accoppiarsi con il demonio e dare vita al sabba rituale.

Una leggenda talmente accreditata che più streghe di ogni dove, poste a giudizio durante il periodo dell’Inquisizione, affermavano di essere volate fino a Benevento per recarsi all’albero mefistofelico per prendere parte ai riti orgiastici.

Il medico beneventano Pietro Piperno autore del libro “Della superstiziosa noce di Benevento” dato alle stampe nel 1639 riferisce che “stranamente” per quanto il fenomeno avesse come centro la città sannita, non si erano mai avute streghe beneventane ma tutte quelle processate o che a vario modo dicevano di aver partecipato alle riunioni demoniache erano sempre arrivate da altri luoghi.

Abele De Blasio, originario di Guardia Sanframondi e docente di Antropologia Criminale a Napoli sosteneva che presso la Curia Arcivescovile di Benevento giacevano circa 200 verbali di processi per stregoneria distrutti nel 1860 all’arrivo delle truppe garibaldine.

Nella seconda metà del 1700 il fenomeno della stregoneria andò affievolendosi anche e soprattutto a seguito del pensiero Illuminista che aveva come uno dei peggior nemici da combattere proprio la superstizione ma la fama delle streghe di Benevento rimase ed è arrivata fino ad oggi.









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