Floriano Panza: riapertura ospedali sanniti dismessi e “medicina di prossimità”

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Sul delicato e sentito tema della sanità sannita, con particolare riferimento agli ospedali dismessi nel Sannio, così scrive Floriano Panza: “Il polo ospedaliero di Santa Maria delle Grazie in Cerreto Sannita (BN) è stato un vero presidio per la prevenzione e la cura della popolazione telesina e titernina. Una capotica decisione privò i cittadini della valle telesina e dei paesi limitrofi dell’assistenza sanitaria, dei servizi medici e di quanto spetta di diritto. Bisogna ripristinare le parità di trattamento per 21mila persone, soprattutto oggi, in quanto esposte a qualsiasi emergenza sanitaria.

Nel Sannio esiste disparità di trattamento tra i cittadini delle varie aree territoriali, le quali non sono in grado di fronteggiare allo stesso modo le urgenze e le emergenze. Una prima risposta unitaria è possibile facendo massa critica tra i vari presidi ospedalieri oggi esistenti e, ove chiusi, riaprirli. La visione unitaria impone quanto prima la riaggregazione delle strutture ospedaliere pubbliche di Benevento, Sant’Agata de’ Goti, Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo con un’unica struttura di governo.
Andranno create interconnessioni funzionali ex novo collegandole armonicamente alla medicina sul territorio. A quest’ultima, servendola con opportune dotazioni, oltre alla funzione di filtro e cerniera verso i presidi ospedalieri va conferita la funzione di medicina preventiva.
Tutto ciò si traduce in ‘medicina di prossimità’ collegata alle istanze del cittadino, espressione di una crescente domanda di assistenza e sostegno anche per le esigenze meno gravi.

Aumentare il personale medico ed il personale dedicato all’assistenza sanitaria, rendendo capillare e funzionale, quel processo che spesso viene rallentato a causa delle carenze di risorse umane nei diversi presidi territoriali. Ciò vale anche per le infrastrutture. Intervenire per modernizzare e adeguare le strutture esistenti e renderle vere ‘eccellenze’ della sanità sannita. Rendere nelle disponibilità del personale sanitario macchinari all’avanguardia, competitivi con i poli ospedalieri di tutta Italia.
Bisogna parlare di ‘assistenza sanitaria’ non solo di ‘sanità’. Il cittadino al centro di ogni scelta, per individuare e definire i bisogni e le priorità evitando ‘sprechi’ e chiusure. Bisogna moltiplicare le ‘campagne di prevenzione’, ed aumentare i presidi di assistenza sanitaria e psicologica alle vittime di violenza. In egual modo, bisogna rimanere all’avanguardia nell’assistenza alle persone ‘fragili’, puntando su una diversificazione delle attività che vadano oltre la semplice assistenza sanitaria, ma che includano la possibilità di svolgere, in maniera assistita, attività ricreative e lavorative di vario genere”.









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