Immagini dal Sannio: il Teatro del Loto di Ferrazzano, borgo d’eccellenza e belvedere artistico del Molise

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Ferrazzano è un comune che dista pochissimi chilometri da Campobasso, sito su un colle che permette di perdersi in un panorama meraviglioso che comprende le catene delle Mainarde e del Matese, arrivando ad ammirare addirittura Mater Majella oltre che la città capoluogo molisana. Per questa veduta straordinaria è considerato “belvedere artistico” del Molise. Il suo cuore storico è caratterizzato da case antiche che si abbracciano, strette strette, per far fronte alla reale necessità di proteggere le dimore dei suoi abitanti dal pungente freddo invernale. Di certo il castello baronale Carafa, di origine normanna, è il suo principale monumento, appartenente alla lunga lista di castelli molisani, ma sicuramente da annoverarsi tra i più importanti, dichiarato di interesse particolarmente rilevante con un decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nel 1981, grazie alla testimonianza di eventi storici che lo hanno visto protagonista e di racconti e leggende che sono ancora vivi nella memoria collettiva del luogo e nelle tradizioni popolari. Anche la chiesa di Santa Maria Assunta è molto importante, con i suoi sette altari, un pulpito prezioso in marmo color terra di Siena e un portale che richiama l’età romantica col suo stile pieno di fascino.

Uno dei gioielli che caratterizzano l’impronta culturale del borgo e che hanno contribuito a eleggere Ferrazzano, nel 2012, “borgo d’eccellenza”, nel circuito delle Bandiere Arancioni del Touring Club d’Italia è senz’altro il Teatro del LOTO, in piazza Spensieri. Un gioiello incastonato fra il castello e Casa Spensieri, edificio che ospita il Palazzo Municipale. L’acronimo LOTO sta per Libero Opificio Teatrale Occidentale, un progetto creato trasformando gli interni di una vecchia sala parrocchiale, ex Casa Canonica degli anni Cinquanta. La direzione dei lavori fu affidata all’architetto Roberto Sabelli, professore di restauro all’Università di Firenze, attore, regista e artista di Campobasso. Si tratta della sede legale e d’impresa di TeatriMolisani, un complesso architettonico che si erge sutre livelli dalle cui terrazze si può godere della fantastica vista di cui ho già parlato. Un teatro certamente diverso da tanti teatri, un vero e proprio gioiello che ha saputo sapientemente far convergere in sé etica ed estetica. Non un teatro come un altro, ma un unicum che ha una grande visione del futuro, e che il Touring Club d’Italia ha elevato a “il più bel piccolo Teatro d’Italia”. Un teatro che guarda il mondo e ne racconta i vari aspetti, le sue dinamiche, le sue diversità, forze e punti forti. Ecco, dunque, un edificio ispirato dal Feng Shui, che unisce elementi stilistici orientali e occidentali, testimone unico delle eccellenze e delle tradizioni ricche di multiculturalità. Non il Molise, ma il Mondo in un piccolo gioiello del Sannio Pentro. Le sue attività furono inaugurate nel novembre del 2007, con una intensa e interessante 24ore di Teatro, proposta per la Settimana della Cultura d’impresa di Confindustria, a cui parteciparono oltre cento artisti che si esibirono nelle varie aree del teatro. Da quel momento non si è più fermato e ha continuato a puntare sull’innovazione, sulla vitalità, sulla interculturalità che lo contraddistingue.

Un nuovo e alternativo palcoscenico per artisti che possono mettere in pratica, e liberamente, la propria creatività e identità. Un esempio di creazione del lavoro per giovani artisti molisani che oggi rappresentano la Compagnia stabile del Loto, riconosciuta dal MIBAC dal 2015 come organismo produttivo d’innovazione e per questo oggi sostenuta dal FUS (Fondo Unico dello Spettacolo), attraverso il D.M. 1 luglio 2014 (Art. 13 comma 3). Un teatro dall’ottima acustica, un Bistrot (la Cantina Giovannitti) e due sale teatrali polivalenti. La Sala Grande, intitola a Orazio Costa, maestro di Stefano Sabelli, è aperta a diverse tipologie di spettacolo, ognuna specchio di uno spicchio di mondo. È caratterizzata da poltrone ergonomiche di tradizione coloniale cinese e palchetti a baldacchino in olmo massello. Sembra di stare in numerose stanze da the. La Sala Piccola, il Tribeca Ferentinum Studium, rende omaggio a Robert De Niro, originario di Ferrazzano, e dunque alla grande scuola attoriale. Una sala pià moderna, agile, adatta a sperimentazioni e arti contemporanee, molto spesso trasformato in Jazz Club, sede dei corsi SPAS, Scuola Propedeutica, Arte scenica del Loto. La sua nuova dimensione architettonica ospita anche dei murales: quelli di Allegg (Andrea Parente) e Davide Nuzzi, legati all’Associazione Malatesta di Campobasso. Giochi di luce e di ombre, di spazi indefiniti che vanno ad accompagnare il mosaico che si trova sull’ingresso, realizzato dallo stesso Sabelli, che unisce nelle sue tessere etica ed estetica di questo gioiello prezioso che il Molise custodisce nel suo borgo dalle case che si abbracciano strette strette.









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