Almanacco del 24 maggio

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Ravenna è la città dei mosaici, antica arte fine ed elaborata che affonda le sue origini alla civiltà dei Sumeri

La città di Ravenna sa come fare breccia nel cuore di tutti gli appassionati d’arte. Cara a personalità illustri come tra Dante Alighieri, Klimt, Byron e Leopardi, custodisce un ricco patrimonio ereditato dal suo fluente passato che si traduce in mosaici antichi, una meraviglia che ha alle spalle 1500 anni di storia. Quando si parla di mosaico si fa riferimento a una sorta di puzzle, una sublime e fine lavorazione eseguita per frammentazione e ricomposizione del materiale di cui è costituito, piccoli quadratini di pietra, terracotta o pasta vitrea che, insieme, vanno a formare una superficie decorata con motivi geometrici o elementi figurativi.
Le origini del mosaico risalgono al 3000 a.C. e sono legate alla civiltà dei Sumeri che se ne servivano per le proprie dimore avvalendosi di decorazioni geometriche; nel periodo ellenistico invece, i Greci utilizzavano il mosaico a ciottoli, rimpiazzato poi dal mosaico a tessere con suggestive rappresentazioni figurative, storiche, mitologiche o riproduzione di scene di vita quotidiana. Molto amato anche dai Romani, il mosaico assunse una funzione decorativa e venne impiegato per rivestire gli ambienti domestici, tanto i pavimenti quanto le pareti, diversificandosi dai motivi greci per una prevalenza di forme geometriche o disegni che riproducono vegetazioni stilizzate. Con i cristiani e, soprattutto, i bizantini, il linguaggio musivo raggiunse il massimo splendore fra i primi decenni del IV secolo e gli inizi del VI secolo, quando la produzione artistica conquistò anche l’Italia, avendo come fulcro Ravenna nel periodo che fu capitale dell’Impero Romano. Il sui uso era legato soprattutto all’esigenza di impreziosire le pareti delle basiliche con smalti, oro zecchino fino ad arrivare al Medioevo, quando, a rubare la scena, erano soprattutto episodi della Bibbia.
In epoca moderna, una lettura e un uso stravagante è quello firmato dal catalano Antoni Gaudì che, come si può ammirare al Parco Güell di Barcellona, usa il mosaico avvalendosi di giochi di linee, forme, disegni e colori che rimandano a una dimensione onirica; non furono da meno Gustav Klimt e Joan Mirò che, innamorati del mosaico, lo resero parte integrante della propria arte.
Il lavoro richiede occhio e pazienza in quanto è necessario essere in grado di osservare ogni singola unità, tanto nelle forme quanto nei colori, per creare poi una composizione funzionale. Esso viene svolto rigorosamente a mano, avvalendosi di strumenti quali martellina e tagliolo che conferiscono alle pietre naturali, ricavate principalmente da smalti, marmi policromi e ori, trame di luci e colori unici. Tante le tecniche di lavorazione: il metodo più conosciuto, nonché il più rapido e semplice, è quello “diretto” che vede applicare le tessere direttamente sulla superficie da decorare andando così, gradualmente, a ricoprire il disegno sottostante.
Tornando a Ravenna, la città romagnola custodisce alcuni dei migliori esempi dell’arte del mosaico, monumenti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, di cui sette decorati con bellissimi mosaici come il Mausoleo di Galla Placidia o la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di San Vitale nonché poli culturali come il Museo d’Arte (MAR), al cui interno viene messa in mostra una collezione dei Mosaici Moderni.

SANTO DEL GIORNO – Oggi ricorre Santa Maria Ausiliatrice. Maggio è il mese dei fiori e la Chiesa lo dedica al fiore che non appassisce mai, Maria. Oggi la Chiesa festeggia il titolo suo dolcissimo e il carissimo aiuto dei Cristiani. La mattina del 7 ottobre 1571, dopo sei ore di fiera mischia, nelle acque di Lepanto, i Cristiani inalberavano il vessillo della croce sulla nave ammiraglia turca, e il grido di vittoria risonava tra le file dell’esercito: “Vittoria! Vittoria!”. I Turchi sgominati si diedero alla fuga: il bilancio della giornata per loro era stato terribile: 20mila morti, 5.000 prigionieri, 107 galee arse o sommerse. Tutta la cristianità veniva così liberata dalla diabolica ferocia della mezzaluna. Chi diede la vittoria? Il mondo cristiano recitava la corona del Rosario in unione col Papa Pio V, il quale, mentre parlava nel Concistoro ai cardinali, nel momento culminante della battaglia, aprì una finestra e rapito in estasi esclamò: “Vittoria! Abbiamo vinto! Andiamo a ringraziare la Madonna!”. E, a perpetua riconoscenza, a Maria aggiungeva nelle Litanie lauretane l’invocazione: “Auxilium Christíanorum, ora pro nobis!” e stabiliva che nella prima domenica di ottobre si celebrasse la tanto cara festa del Santo Rosario. Anche un altro Papa è strettamente legato alla storia di questo titolo: Pio VII. Condotto da Napoleone prigioniero a Fontainebleau, gemeva nell’umiliazione, e la Chiesa alzava più strazianti le sue grida di dolore a Dio, quando il santo pontefice fece un voto a Maria, e l’Ausiliatrice gli concedeva il 24 maggio 1814 di rientrare libero e trionfante in Roma. Il 10 maggio dell’anno seguente si recava a Savona per soddisfare il suo voto, incoronando solennissimamente la Madonna della Misericordia; e verso la fine di quell’anno istituiva la festa di Maria Ausiliatrice da celebrarsi il 24 maggio, anniversario del suo ritorno alla sede romana. Da allora in poi, chiese e confraternite sorsero in diversi luoghi a onorarla sotto questo titolo, finché Maria richiese un grande santuario a San Giovanni Bosco, al quale mostrando più volte il luogo ove si doveva fabbricare, gli soggiunse: “Hic domus mea, inde gloria mea!”. E di qui davvero l’Ausiliatrice profonde a piene mani i suoi tesori celesti, temporali e spirituali: qui rifulge la sua gloria. Papa Benedetto XV esclamava: “Non a caso la Chiesa pone l’invocazione di Maria Ausiliatrice dei Cristiani in fine delle Litanie perché, dopo aver invocato Maria con tanti appellativi, vuole con questo riassumerli tutti. Dopo averla proclamata Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, salutata Consolatrice degli afflitti, quasi a compendiare queste dolci prerogative la invoca ‘Auxiiium Christianorum’. Pare dunque a noi che questo titolo apra ancor più il nostro cuore alla confidenza e racchiuda in sé la forza dell’espressione di tutti gli altri”.
Ausilia deriva dalla parola latina auxilius, che significa “aiuto”, “soccorso”: questo nome era in uso già presso gli antichi Romani nella forma Auxilius o Ausilius.

ACCADDE OGGI 1543 – Muore Niccolò Copernico, artefice della rivoluzione astronomica; 1671 – Viene rappresentata per la prima volta al Palais-Royal di Parigi la commedia “Les fourberies de Scapin” di Molière; 1738 – Viene fondata la Chiesa metodista; 1832 – Viene proclamato il Regno di Grecia durante una sessione della Convenzione di Londra; 1844 – Samuel Morse trasmette il primo messaggio telegrafico; 1883 – Il Ponte di Brooklyn viene aperto al traffico dopo 14 anni di costruzione; 1895 – A Londra il commediografo Oscar Wilde viene trovato colpevole di aver intrattenuto rapporti omosessuali, e dunque di reati contro la morale, e per questo condannato alla reclusione; 1910 – Buenos Aires, Argentina: Dorando Pietri corre la sua ultima maratona in 2.38’48″2, suo primato personale; 1915 – L’Italia entra in guerra a fianco di Francia, Regno Unito e Impero russo: dal Forte Verena, sull’Altopiano di Asiago, viene scoccato un primo colpo di cannone verso le fortezze austriache situate sulla Piana di Vezzena, sancendo ufficialmente l’inizio delle operazioni militari dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale; ai primi fanti del Regio Esercito che varcano il confine nella medesima data, sarà poi dedicata la prima strofa de “La leggenda del Piave”; 1928 – Il generale Umberto Nobile conquista il Polo Nord per la seconda volta con il Dirigibile Italia; 1929 – Debutta “Le noci di cocco”, il primo film dei Fratelli Marx; 1956 – A Lugano, in Svizzera, si tiene il primo “Eurovision Song Contest”; 1968 – Alcuni studenti danno fuoco alla Borsa di Parigi; 1980 – La Corte internazionale di giustizia chiede il rilascio degli ostaggi dell’ambasciata statunitense di Teheran; 2001 – Lo sherpa quindicenne Temba Tsheri diventa la persona più giovane ad aver scalato l’Everest; 2008 – Dopo 240 anni di monarchia, in Nepal viene proclamata la repubblica federale; 2019 – Milioni di studenti in tutto il mondo scendono in piazza per il secondo sciopero globale per il Clima, promosso dai gruppi di Fridays for Future e dall’attivista svedese Greta Thunberg; 2022 – Alla Robb Elementary School di Uvalde, Texas, si verifica una sparatoria di massa che provoca la morte di 21 persone, inclusi 19 bambini.

PROVERBIO – Nel mese di maggio fornisciti di legna e di formaggio.

AFORISMA – La maggior parte di noi nasce con l’aiuto del medico e muore allo stesso modo. (George Bernard Shaw)

LETTURA DEL WEEKEND Piccoli equivoci senza importanza di Antonio Tabucchi – Questa settimana vi proponiamo un libro dello scrittore pisano pubblicato nel 1985. Una raccolta di undici racconti nei quali l’autore descrive in modo mirabile il sarcasmo della vita, gli scherzi che essa stessa sembra giocarci, le avventure esistenziali, i viaggiatori ironici e anche gli uomini disperati. Un volume di narrazioni intense in cui piccoli equivoci, decisioni modeste, minimi e insignificanti dettagli, concorrono alla pianificazione del destino.

CONSIGLIO – Una regola da seguire sempre per avere ricci definiti, è pettinarli da bagnati, meglio sotto la doccia, con un pettine a denti larghi. Dopo averli lavati, tamponarli delicatamente e applicare quindi il prodotto di styling desiderato, come una crema disciplinante.









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