Benvenuti nel Sannio: la chiesa della Madonna della Libera a Cerreto (FOTO)

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La chiesa.
Foto di Carolina Di Paola

Benvenuti a Cerreto Sannita in una chiesetta intrisa di storia e fascino. Siamo nella contrada nord della Madonna della Libera, ove è sita l’omonima chiesa edificata nel luogo in cui sorgeva un antico insediamento, probabilmente la Cominium Ocritum citata da Livio. Testimonianza sono i resti del basamento di un tempio sannita-romano dedicato alla dea Flora che si trovano nel sagrato della chiesa. Secondo alcuni storici, la chiesetta fu costruita ex voto dopo la peste del 1656; alcuni, invece, sostengono che in quell’anno ci sia stato solo un ampliamento della struttura.

Accanto alla chiesa sorgeva, e così ancora oggi, la casa dell’eremita, che a seguito del terremoto del 5 giugno 1688 rimase illesa. La chiesa, invece, subì la quasi totale distruzione e, rasa al suolo, fu ricostruita sul finire del XVII secolo.
Presenta una pianta a croce latina, con tre altari e diverse nicchie nelle quali sono conservate diverse statue di santi. Sull’altare maggiore è sita la statua lignea settecentesca della Madonna della Libera, venerata nel mese di luglio. Si tratta dell’ultima scultura raffigurante la suddetta Vergine realizzata a Cerreto nel corso dei secoli. Le altre due, una in stile romanico-bizantino e un’altra datata 1689, sono conservate nel Museo Civico di arte sacra all’interno della chiesa di San Gennaro.

Il tempio di Flora era sito nel villaggio di Cominium Ocritum, o Cerritum, citato da Tito Livio nelle narrazioni inerenti alla seconda guerra punica. Del villaggio sono rimaste poche tracce archeologiche, tra queste i resti del tempio intitolato alla dea Flora, patrona delle messi.
In alcuni documenti del XVII secolo la zona veniva chiamata Campo de flore o Campo de fiori. Secondo alcuni storici l’appellativo fiore o flore deriverebbe proprio da Flora.
Dell’antico tempio sono rimasti alcuni blocchi poligonali siti nel sagrato della chiesa che costituivano la base del podio templare. Alcuni di questi blocchi sono stati usati nel XVIII secolo per realizzare la fontana sita a poche decine di metri dalla chiesa.









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