Immagini dal Sannio: la Riserva naturale di Collemeluccio – Montedimezzo

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Questa pandemia ancora in corso ci ha spinti a ricercare luoghi e percorsi naturali, in cui respirare aria pura, riserve naturalistiche che ci mettano in contatto con rarità vegetative e bellissimi esemplari faunistici. Quei luoghi in cui regnano pace e silenzio, dove il rumore è caratterizzato soltanto dal fruscìo delle fronde, dai passi degli animali che vi dimorano, dal proprio respiro e dai propri pensieri. Il Molise è la regione dei parchi, del verde, dei boschi, delle riserve nascoste tra i profili delle sue montagne e vallate. E proprio a proposito di natura incontaminata e di paesaggi mozzafiato non posso non invitare tutti voi a visitare la Riserva Statale Naturale di Collemeluccio – Montedimezzosituata nel cuore dell’Appennino molisano, nell’Alto Molise, nei territori dei comuni di Vastogirardi e Pescolanciano. Parliamo di una vasta area composta da circa 300 ettari, una delle otto Riserve della Biosfera italiane. L’immenso bosco di Collemeluccio era di proprietà del duca D’Alessandro di Pescolanciano, portato in dote a questi dalla nobildonna Desiderata Melucci, dalla quale sembra derivi il nome. Rimase di proprietà dei D’Alessandro fino al 1895, anno in cui il Banco di Napoli lo vendette a famiglie del luogo. Negli anni che seguirono fu frazionato più volte per successioni ereditarie finché, a partire dal 1968, l’ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ha dato il via a un’intensa attività di ricomposizione fondiaria che ha portato fino al 1977 alla formazione di un consistente nucleo di 363 ettari a fronte dei circa 500 ettari dell’abetina originaria. Le MaB, Man and the Biosphere, sono una rete di località e di ecosistemi terrestri e costiero/marini riconosciuti a livello mondiale per il loro elevato valore naturalistico, programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.

Siamo in questo caso a contatto con una riserva naturale che nella sua interezza è caratterizzata da ambiente boschivo, con una grande presenza di alberi di cerro presenti sotto i 900 metri e alberi di faggio sopra i 1300 metri. Non solo: nel corso degli anni, infatti, la natura vegetativa si è arricchita con altre specie autoctone quali l’acero di Lobelius, l’acero montano, campestre e riccio, il carpino bianco, il frassino maggiore, il nocciolo, il sorbo degli uccellatori, il ciliegio, il pero e il melo selvatici, il prugnolo e diverse altre specie. Questa varietà vegetativa dà dimora a diverse specie di mammiferi: cinghiali, lepri, tassi, caprioli, martore, donnole, faine, volpi e scoiattoli, e il lupo che ha trovato in questo ecosistema un ambiente a lui congeniale. L’intera area della foresta è caratterizzata da formazioni argillose e il suo reticolo idrografico è costituito dal vallone Salcitaro e da alcuni valloncelli i cui alvei hanno uno sviluppo di poche centinaia di metri, tutti confluenti nel Trigno.

Tra gli itinerari proposti dal centro visitatori della riserva naturale Collemeluccio – Montedimezzo c’è la possibilità di trovare certamente quello che più si confà alle proprie esigenze: visite guidate con esperti forestali, sentieri per trekking o mountain bike, da poter effettuare anche autonomamente. Nella sua vasta area sorgono anche alcuni musei di rilevanza storico-culturale, come il Museo delle Civiltà e del Costume d’Epoca, il Museo della Civiltà Contadina, il Museo naturalistico – Riserva della Biosfera Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise e il Museo della Ceramica di Pescolanciano, strutture volte a preservare l’identità del territorio e il valore della cultura e della storia, proprio come il programma UNESCO MAB si prefigge di fare. Troviamo, inoltre, anche un sito archeologico, il Santuario Italico di Pietrabbondante, la pietra miliare della storia e della cultura sannita. Un’ottima occasione, dunque, per grandi e piccini, di tornare alla scoperta della natura, della cultura del nostro Sannio, e comprendere l’importanza della biodiversità e del rispetto per la natura.









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