Amedeo Ceniccola: “A proposito dell’ospedale di Cerreto Sannita”

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Riceviamo e pubblichiamo – Dott. Amedeo Ceniccola

Apprendo dalla stampa che in tempi brevi sarà riaperto l’ospedale di Cerreto Sannita e, a tal proposito, vale la pena ricordare che  la chiusura  dell’ospedale “Maria delle Grazie” di Cerreto Sannita fu decisa nel 2008 da Bassolino (con il silenzio-assenso degli amministratori locali) per trasferirlo nel nuovo ospedale di Sant’Agata de’ Goti. Inoltre, per dovere di cronaca, è doveroso stigmatizzare che la riapertura di questo nosocomio come “Ospedale di comunità”  arriva con dieci anni di ritardo (vedi Decreto n°49 del 27/09/2010 firmato dal Presidente Stefano Caldoro).

Infine, una domanda nasce spontanea:

  • considerato che l’ “Ospedale di comunità” di Cerreto Sannita (privo di terapia intensiva, di reparti specialistici e di sale operatorie) è  gestito dai medici di Medicina Generale per far fronte alle cosiddette patologie legate alle  “cronicità”;
  • ricordato che non è stato ancora definito un progetto esecutivo compreso il conto economico a regime e il tipo di rapporto economico che si intende istaurare con i medici di Medicina Generale che dovrebbero gestirlo;
  • non avendo ancora fatto una ricognizione dei medici disponibili a partecipare a questa nuova forma di medicina del territorio;

Come si può e come si fa ad aprire il nuovo ospedale di Cerreto Sannita promesso dal Presidente De Luca  in piena campagna elettorale?

E, a tal proposito, mi corre l’obbligo di rendere pubblica la lettera che ho inviato in data 5 maggio 2020 al Direttore Generale dell’ASL di Benevento che, a tutt’oggi, non ha ricevuto alcuna risposta, nemmeno negativa:

Egregio Dott. Volpe,

in occasione della videoconferenza svoltasi presso il Distretto Sanitario di Telese Terme in data 19 marzo u.s. Lei ha chiesto ai rappresentanti del Medici convenzionati per l’assistenza primaria di presentare, entro 24 ore, una proposta operativa per la gestione dell’Ospedale di Comunità (dotato di 16 posti letto) già pronto per essere attivato presso l’ex ospedale di Cerreto Sannita. Il sottoscritto, in qualità di componente dell’UCAD del Distretto di Telese Terme e Coordinatore dell’AFT di Guardia Sanframondi (comprendente anche i comuni di Cerreto Sannita, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, Castelvenere, Cusano Mutri, Pietraroja, San Lorenzello, Faicchio), ha protocollato, in data 19 marzo 2020, una “Proposta gestionale per Ospedale di Comunità in SPS Cerreto Sannita ASL BN” che, a tutt’oggi, non ha ricevuto alcun riscontro. Scrivo solo per rispetto dei cittadini, che devono avere argomentazioni e dati per un’informazione corretta. In sintesi, l’ASL di Benevento ha speso più di 2 milioni di euro (circa 4 miliardi di vecchie lire) ricevuti dalla Giunta Regionale della Campania presieduta dall’On. Stefano Caldoro per ridare “nuova vita” agli spazi dell’ex ospedale di Cerreto Sannita dopo la decisione del Governatore Antonio Bassolino di dismetterlo per farlo confluire nel nuovo Presidio Ospedaliero  “S. Alfonso Maria de’ Liguori” ubicato in S. Agata de Goti (vedi Decreto Commissario Ad Acta n.49 del 27/9/2010 – Rete ospedaliera e territoriale) e, in particolare, per dare concretezza al Piano Attuativo che ha trasformato il P.O. di Cerreto Sannita in una SPS (Struttura Polispecialistica della Salute) costituita dai seguenti servizi sanitari:

  • UCCP (Unità Complessa delle Cure Primarie) al Piano Terra/rialzato.
  • Ospedale di Comunità per n.16 posti letto al Piano Primo (da realizzarsi nei locali già destinati alla Ortopedia).
  • Percorso protetto alla maternità al Piano Primo (da realizzarsi in parte dei locali già occupati dalla Chirurgia Generale).
  • Hospice per n.7 posti letto al Piano Secondo.

A questo punto, una domanda nasce spontanea:

  •  per quale motivo l’apertura di tale struttura non è ancora stata effettuata mentre nel succitato  Piano si parla di attivazione entro il 27/03/2012 dell’Ospedale di Comunità di Cerreto Sannita?

La storia infinita dell’ospedale di Cerreto Sannita e/o di S Bartolomeo in Galdo rappresentano l’emblema di quello che potremmo definire il malcostume amministrativo (oltre allo sperpero del denaro pubblico) che ha caratterizzato una classe politica incapace di guardare più lontano della prossima scadenza elettorale e che ha saputo suscitare solo attese messianiche nei cittadini.

Infine, mi auguro che il processo di riorganizzazione e riconversione del sistema sanitario che, oggi, è una necessità per rispondere alla nuova, prepotente domanda di salute legata alla pandemia  provocata dal Covid-19 non si fermi a Cerreto Sannita ( a tal proposito, vale la pena ricordare che il Piano Terzo e Quarto dell’ex ospedale “Maria delle Grazie” sono ancora in attesa di una … destinazione) bensì investa l’intera regione Campania al fine di  costruire sul territorio una rete di assistenza adeguata a servizio del cittadino  e non delle segreterie partitiche che molto spesso in questa nostra provincia hanno ispirato una “gestione discrezionale” che ha sacrificato la competenza sull’altare dell’appartenenza politica e/o familiare (chi scrive l’ha sperimentato sulla propria pelle). Senza dimenticare che l’ex nosocomio di Cerreto Sannita è dotato anche di una piazzola  per l’elisoccorso che può essere completata in tempi brevi e con una spesa di poche migliaia di euro avendo il Comune già provveduto a rimuovere i cavi elettrici aerei che costituivano un ostacolo nella direttrice di atterraggio e decollo.









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